Violent Saturday

Richard Fleischer

T. It.: Sabato Tragico; Scen.: Sydney Boehm Dal Racconto Di William L. Heath; F.: Charles G. Clarke; Mo.: Louis Loeffler; Scgf.: George W. Davis, Lyle Wheeler; Cost.: Kay Nelson; Mu.: Hugo Friedhofer, Lionel Newman (Direttore); Int.: Victor Mature (Shelley Martin), Richard Egan (Boyd Fairchild), Stephen Mcnally (Harper), Virginia Leith (Linda Sherman), Tommy Noonan (Harry Reeves), Lee Marvin (Dill), Margaret Hayes (Emily Fairchild), J. Carroll Naish (Chapman), Syl­via Sidney (Elsie Braden), Ernest Borgnine (Stadt), Dorothy Patrick (Helen Martin), Billy Chapin (Steve Martin), Brad Dexter (Gil Clayton); Prod.: Buddy Adler Per 20th Century Fox; Pri. Pro.: Aprile 1955; 35mm. L.: 2452 M. D.: 90′. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Il clima di una piccola cittadina è spesso evocato dal cinema americano con sentimento. Durante gli anni ’40, gli spettacoli di William Saroyan e Thornton Wilder e Piccola Città precedettero il decennio de I Peccatori di Peyton. Violent Saturday mostra attraverso un prisma la rabbia crudele che si nasconde dietro una piccola cittadina. Le storie di personaggi apparentemente senza problemi affondano nel fallimento della loro vita sociale; appena sotto la facciata rassicurante, allignano l’alcolismo, il voyeurismo e l’adulterio, insieme ai crimini nascosti, che sono quasi più perniciosi di quelli che avvengono alla luce del giorno. Dietro la facciata, si nasconde un’asettica e spietata impersonalità, la Murder Inc., che si basa sull’anonimato del sicario. Allo stesso tempo, questa fredda impersonalità è l’altra faccia dell’America di Eisenhover. L’erompere della violenza mette in luce i rapporti interpersonali, svela l’oppressione e l’ingiustizia della vita nascosta dietro il perbenismo e descrive a fondo uno spaccato della società. La violenza cresce fino ad arrivare quasi ad un olocausto – imprevedibile, calato nella fredda impersonalità dei contratti dei killer a pagamento del genere Murder Inc. Nella luce intensa del giorno, succede ciò che prima si intravedeva solo nell’oscurità, un paesaggio allegorico dove tutto si confonde, tipico dei film noir. È una violenza dalla quale non si può fuggire. Il Cinemascope rese vividi i rapporti oggettivati delle persone e della società. La violenza si diffuse sul grande schermo, aumentò le sue forme non senza derive nell’assurdo, e venne ad esprimere in modo sincero qualcosa di essenziale e decisamente triste della condizione umana.

Peter von Bagh

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