VIIMEINEN KESÄ 1944
[L’ultima estate 1944] T. Scen.: Peter von Bagh. F.: Juha-Veli Äkräs. M.: Anne Lakanen. Int.: Veera Alén, Veli Arrela, Emma Forsberg, Esteri Halmetoja, Toivo Hiltunen, Jussi Juntunen, Jaakko Jurvakainen, Helmi Karvonen, Veikko Keränen, Yrjö Kostermaa, Olavi Kotkavuori, Osmo Kähkölä, Eero Lempiäinen, Lyyli Lempiäinen. Prod.: Heikki Takkinen per Yleisradio TV2, Filminor Oy . Digibeta. D.: 105’. Col.
Scheda Film
Nella memoria ufficiale del popolo finlandese la Guerra d’Inverno è un momento glorioso, malgrado le pesanti perdite territoriali e un trattato di pace che spinse il presidente Kyösti Kallio a mormorare “Mi si rinsecchisse la mano, per aver firmato un simile documento!”. La Guerra di Continuazione fu ben altra cosa: i combattimenti durarono più di tre anni (dal giugno del 1941 al settembre del 1944), dissanguando lentamente il paese; alla fine, per districare la nazione da quei miasmi, fu necessario un espediente politico che lasciò ampie zone della Finlandia settentrionale in rovina dopo la sanguinosa vendetta dell’esercito nazista contro i Waffenbrüder, colpevoli di non aver onorato il patto di lealtà (che avrebbe significato morire insieme al Reich). Viimeinen kesä 1944 è parte di una tetralogia che abbraccia anni (o periodi) decisivi della storia finlandese. Lo stesso von Bagh osservò che i quattro film seguono quasi per caso un ordine in cui si riflettono le complessità di quei momenti: Vuosi 1952 (1980) è un’opera gioiosa sulla ripresa di una nazione che ritrova il proprio spazio nel mondo; Muisto (1987) si sofferma cupamente sulla nascita della nazione dagli orrori di una guerra civile che ancora la perseguitano; 1939 (1993) mostra i mesi immediatamente precedenti l’inizio della Guerra d’Inverno come un periodo pieno di contraddizioni che solo un atto di violenza poteva sanare. Più degli altri film della tetralogia, Viimeinen kesä 1944 è un’opera sulla memoria collettiva, un oratorio in prosa, una messa in celebrazione del passato e dei caduti. Il materiale d’archivio usato è qui relativamente scarso: von Bagh preferisce fissare il suo sguardo tenace, amorevole, sollecito, preoccupato, gentile e scettico sui volti di alcuni anziani che tentano di raccontare quegli ultimi mesi trascorsi in un esausto arrancare, mentre il tempo rallentava fino alla battuta d’arresto chiamata capitolazione.