UWASA NO MUSUME
[La ragazza di cui si parla] T. int.: The Girl in the Rumour. Scen.: Mikio Naruse. F.: Hiroshi Suzuki. M.: Koichi Iwashita. Scgf.: Junnosuke Yamazaki. Mus.: Noboru Ito. Int.: Sachiko Chiba (Kunie), Ko Mihashi (Kenkichi), Ryuko Umezono (Kimiko), Kamitari Fujiwara (lo zio), Toshiko Ito (Oyo), Masao Mishima (il barbiere), Yo Shiomi (Keisaku), Heihachiro Okawa (Shintaro). Prod.: P.C.L. 35mm. D.: 54’. Bn.
Scheda Film
Conciso, essenziale nel ritmo, elegante e affascinante, il quinto e ultimo film diretto da Naruse nel 1935 (uscì il 21 dicembre di quell’anno) è liberamente ispirato a Il giardino dei ciliegi di Čechov e durante la lavorazione era noto proprio con quel titolo (Sakura no sono). Condivide con l’opera del drammaturgo russo il tema della famiglia in declino, ma trasferisce la storia da un ambiente aristocratico a quello di un’impresa a conduzione familiare, modificando anche la struttura della famiglia. Quella che era una storia madre-figlia diventa la storia di Kenkichi, proprietario di un negozio di liquori, e delle due figlie avute da donne diverse.
Il contrasto tra le sorelle Kunie e Kimiko incarna la tipica polarità degli anni Trenta tra la donna tradizionale, vestita con il kimono, e la ragazza moderna (moga). Come osserva giustamente Masumi Tanaka, “il contrasto tra la sorella all’antica, legata ai valori etici tradizionali, e la sorella minore, che tenta provocatoriamente di fuggire nella modernità, prefigura Le sorelle di Gion di Kenji Mizoguchi, realizzato l’anno successivo”. La sorella maggiore, Kunie, è nuovamente interpretata da Sachiko Chiba, protagonista di Tsuma yo bara no youni e principale star della P.C.L.
Il film fu un successo di critica e valse a Naruse la seconda menzione nella classifica annuale dei dieci migliori film redatta dai critici di “Kinema Junpo”, dove si classificò all’ottavo posto. Vinse anche il primo premio nel concorso cinematografico sponsorizzato dal “Tokyo Nichinichi Shimbun” (oggi “Mainichi Shimbun”). Il critico di “Kinema Junpo” Seiji Mizumachi scrisse che Uwasa no musume gli aveva suscitato “un particolare apprezzamento per il formato sonoro”, che “aiuta a esprimere la psicologia del dramma”.
Pochi mesi dopo Minoru Murata girò un adattamento più fedele del Giardino dei ciliegi, che uscì con quel titolo. Ma, come osserva Susanne Scherman, “Naruse fu elogiato per aver compreso e interpretato meglio l’opera originale”. Secondo Audie Bock, il successo del film garantì a Naruse la possibilità di lavorare con maggiore libertà artistica alla P.C.L.
Alexander Jacoby e Johan Nordström