UND DAS AM MONTAGMORGEN

Luigi Comencini

Sog.: dalla commedia The Scandalous Affairs of Mr. Kettle and Mrs. Moon (1955) di J.B. Priestley. Scen.: Luigi Comencini, Peter Goldbaum, Franz Höllering. F.: Karl Löb. M.: Walter Wischniewsky. Scgf.: Helmut Nentwig, Ernst Schomer. Mus.: Hans-Martin Majewski. Int.: O.W. Fischer (Alois Kessel), Ulla Jacobsson (Delia Mond), Robert Graf (Herbert Acker), Vera Tschechowa (Monica), Werner Finck (professor Gross), Reinhard Kolldehoff (signor Müller), Lotte Stein (signora Mutz), Blandine Ebinger (signora Präfke). Prod.: Artur Brauner per Central Cinema Company Film, H.R. Sokal-Film, Peter Goldbaum Produktion. 35mm. D.: 91’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Il film più dimenticato di Comencini: una produzione tedesca mai uscita in Italia ma che aprì il festival di Berlino del 1959 e di cui la critica lodò la complessità della messinscena, insolita per una commedia. Uno scrupoloso impiegato di banca un lunedì mattina, mentre va al lavoro nel traffico, improvvisamente si rende conto dell’assurdità della propria vita, decide di ritrovare sé stesso, non si presenta al lavoro e sparisce. “Il film appartiene a un periodo di transizione nella carriera del regista, come è stato generalmente considerato l’intervallo fra La finestra sul Luna Park e Tutti a casa, che vede Comencini impegnarsi in un ciclo di commedie di taglio commerciale (è il giudizio che si dà solitamente), Mariti in città, Mogli pericolose e Le sorprese dell’amore, con cui Und das am Montagmorgen si collega in più di un punto, dall’attenzione per il boom e la società che cambia alla centralità della coppia, a cui Comencini guarda con ironia e di cui registra la precarietà” (Francesco Bono).
Nel ruolo femminile principale, la svedese Ulla Jacobsson, resa celebre anni prima dal sensuale ruolo in Ha ballato una sola estate. Tratto da una commedia di J.B. Priestley ambientata in una cittadina inglese, il film la sposta “nel contesto del boom che la Germania Ovest, similmente all’Italia, conosce alla fine degli anni Cinquanta. […] La favola è triste e s’inverte di segno rispetto alla pièce, in cui assistiamo compiutamente a una trasformazione del protagonista, che esce vittorioso dallo scontro con la società.”

(Francesco Bono, in Luigi Comencini. Il cinema e i film, a cura di Adriano Aprà, Marsilio, Venezia 2007).

Copia proveniente da

per concessione di CCC-Filmkunst. Restaurato da Cineteca Milano, a partire da una copia nitrato positiva 35mm.