UN AMORE SELVAGGIO

Int.: Raffaele Viviani (Giuseppe), Luisella Viviani (Carmela), Giovanni Grasso (Alessandro). Prod.: Cines
35mm. L.: 445 m. D.: 21’ a 18 f/s. Imbibito

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Per i teatranti napoletani Viviani è il maestro, per la prosa, per la musica, per la poesia, per l’ironia, ma soprattutto per la critica sociale che la sua opera esprime. Per quelli della mia generazione è un tarlo, la lingua è impervia, scene corali con troppi personaggi per le economie del teatro contemporaneo. Fortunatamente ci sono le canzoni, e posso fare da cantattrice come Luisella Viviani, la nostra capostipite. Un amore selvaggio è il mio terzo lavoro su Viviani. Il primo, E’ ffeste ammare – titolo dell’ultimo quadro di Napoli in Frack –, è stato tratto da opere dedicate ai quartieri della città, ai loro mutamenti: si descrive una festa marinara, un festival di canzoni cantate da barchette addobbate di fronte al pubblico raccolto in spiaggia, con la commissione di giudici sulla loggia che assegna il premio al cantante più bravo sulla barca più bella. Nel mio spettacolo, ambientato davvero in riva al mare, coi cantanti sui gozzi e gli attori sul pontile, la trionfatrice del festival era un personaggio che l’autore chiama la ‘posteggiatrice’ (a Napoli quasi un sinonimo di seduzione e, nel caso di musicisti itineranti, l’arte era quella di capire a colpo d’occhio quale fosse il tavolo più generoso e con quali canzoni soddisfarlo) e che ci prendemmo la licenza di chiamare Dolores Melodia. Resuscitato dalla pagina scritta nel 1927, questo personaggio ormai è il mio alter ego musicale. Rispondo al telefono ma cercano Dolores, alcuni amici mi chiamano perfino Dolly. Racconto questo per fare un esempio di quanto l’energia e la fortuna del maestro continui a permeare i gesti di noi, suoi pronipoti. Il secondo lavoro, la piccola banda urbana dei Devoti a Viviani, ha una vocazione ancor più stradaiola, dato che addirittura riportiamo i personaggi dal palcoscenico nuovamente in strada, suonando in dieci sull’Apecar, Dolores in testa, come i questuanti della Madonna dell’Arco. Adesso potete capire quanto possa essere emozionante la visione di questa pellicola del 1912, con un Raffaele Viviani giovanissimo e una straordinaria Luisella. Una vicenda (ops!) campagnola: due fratelli, a disagio in una posizione sociale subalterna, sfidano il padrone Alessandro, Giuseppe non vuole lavorare per forza, Carmela vuole il suo amore per forza, ma sentimenti e caratteri non nascondono il conflitto di classe. Viviani è sempre Viviani.

Antonella Monetti

Antonella Monetti, napoletana, è attrice, regista e musicista. Insieme al violinista Michele Signore, ha curato l’elaborazione e l’esecuzione delle musiche di Un amore selvaggio.

Copia proveniente da