TURN BACK THE HOURS

Howard Bretherton

Sc.: Jack Jungmeyer, da una pièce di Edward E. Rose. Titres: Casey Robinson. F.: Norbert F. Brodine. M.: Donn Hayes. In.: Mirna Loy (Tira Torreon),Walter Pidgeon (Phillip Drake), Sam Hardy (“Ace” Kearney – El Diablo), George Stone (“Limey” Stokes), Sheldon Lewis (“Breed”), Joseph Swickhard (colonnello Torreon), Ann Brody (Maria), Nanette Villon (una ballerina), Joyzelle Joyner (la ragazza della cantina). P.: Harold Shumate per Gotham Production. 35mm. L.O.: 2170 m. L.: 1249 m. D.: 46′ a 24 f/s.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Il film è stato prodotto dalla Gotham, una compagnia affiliata alla Poverty Row diretta da Sam Sax. Sax liquidò la società nel 1929, quando diventò direttore dello Studio Vitaphone di Brooklyn, e prima di passare a dirigere la produzione della Warner in Gran Bretagna. Così come si presenta, il film non è altro che un’accozzaglia d’assurdità, ma ce ne manca quasi la metà. Tuttavia, è poco probabile che una versione più completa riesca a correggere questa impressione. Eppure, al livello in cui abitualmente lavora la Gotham, si tratta di un film ambizioso. Sul piano scenografico si nota un grande sforzo (la critica dell’epoca su Variety credeva di riconoscervi le scenografie di Gaucho, girato da Fairbanks qualche mese prima). Sfortunatamente, questo contribuisce a rendere la storia ancora meno plausibile, facendola passare senza valide ragioni da un’ambientazione spagnoleggiante ad un’inquadratura opulenta tipicamente nordamericana. Ad ogni modo, è sorprendente vedere quello che Howard Bretherton è riuscito ad ottenere da questo guazzabuglio. Con una flemma a prova di tutto, egli affronta le peggiori contraddizioni. Se gli capita di essere ironico verso il soggetto (all’inizio, nel corso di un intero atto, si diverte ad invertire i comportamenti sessuali dei personaggi: Loy recita come un ragazzo e Pidgeon come una ragazza), lo fa senza mai prendere in giro i personaggi. Egli sviluppa al meglio le scene senza preoccuparsi troppo del loro posto nell’insieme del film. Turn Back the Hours è anche l’occasione per gustare un’ancora giovanissima Myrna Loy. Il ruolo non le permetteva di costruire une grande interpretazione, ma il modo in cui difende ogni sua apparizione ha del sublime.

Jean-Marie Buchet, Cinémathèque Royale de Belgique

Copia proveniente da