THIEF

Michael Mann

Sog.: dal romanzo The Home Invaders (1975) di Frank Hohimer. Scen.: Michael Mann. F.: Donald Thorin. M.: Dov Hoenig. Scgf.: Mel Bourne. Mus.: Tangerine Dream. Int.: James Caan (Frank), Tuesday Weld (Jessie), Willie Nelson (Okla), Jim Belushi (Barry), Robert Prosky (Leo), Tom Signorelli (Attaglia), Dennis Farina (Carl), Nick Nickeas (Nick). Prod.: Jerry Bruckheimer, Ronnie Caan per Mann/Caan Productions DCP. D.: 125’. Col

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Sebbene la definizione di ‘neo-noir’ stia stretta a molti dei film che ne vengono considerati rappresentativi, per Thief la formula assume i caratteri di un progetto artistico. Michael Mann, al suo primo lungometraggio per il grande schermo (dopo il televisivo La corsa di Jericho), mostra di conoscere così profondamente il genere (e la classicità) da poterlo trasformare e riplasmare attraverso i suoi meccanismi più profondi. La malinconia del ladro che dà il titolo originale al film è un mix di disillusione ed esistenzialismo votato romanticamente all’impossibilità di essere felici, e trova in James Caan un attore capace di esprimersi con un uso del corpo e della mimica del tutto inediti. È poi c’è lo spazio urbano, decostruito con tale sapienza (forse solo in Collateral Mann arriverà a tanto) da apparire un manifesto della fotografia urbanistica contemporanea, una metropoli di solitudini acutissime e di notturno sperdimento, attraversata dal pericolo e dall’individualismo. L’astrazione è assoluta, accresciuta da una colonna sonora (dei Tangerine Dream) che ha fatto storia per la sorprendente sperimentazione elettronica e ritmica. Questa passione per le geometrie, le porte, le vetrate, le strade, le architetture, i dedali non spegne comunque mai un umanesimo di fondo, che si nutre di sentimenti antichi (amore, amicizia, desiderio di mettere radici) in un universo che li ignora o li elimina nel contesto di un freddo capitalismo criminale ormai inarrestabile. Come neo- noir, quindi, Thief aggiorna la buia visione del destino dei classici (anche di quelli del polar) a un’estetica moderna, ermetica, sintetica, nella quale tuttavia le passioni umane rimangono intatte, solamente più rare ed estemporanee. È un inizio di anni Ottanta in cui – insieme ai nuovi linguaggi della moda e del videoclip – autori come Mann, Schrader (American Gigolo), Friedkin (Cruising), Coppola (Un sogno lungo un giorno) riscrivono la superficie delle immagini.

Roy Menarini

Copia proveniente da: Metro-Goldwyn-Mayer per concessione di Park Circus
Restaurato in 4K nel 2025 da The Criterion Collection presso i laboratori Resillion e Roundabout Entertainment, a partire dal negativo scena originale 35mm. Restauro approvato da Michael Mann