THE SPIRITUALIST

Bernard Vorhaus


T. alt. (riedizione US e TV): The Amazing Mr. X; Sog.: da una storia di Crane Wilbur; Scen.: Muriel Roy Bolton, Ian McLellan Hunter; F.: John Alton; Mo.: Norman Colbert; Eff. Spec.: George J. Teague; Scgf.: Frank Durlauf; Cost.: Frances Ehren; Mu.: Alexander Laszlo; Su.: Leon S. Becker, Frank McWhorter; Int.: Turhan Bey (Alexis), Lynn Bari (Christine Faber), Cathy O’Donnell (Janet Burke), Richard Carlson (Martin Abbott), Donald Curtis (Paul Faber), Virginia Gregg (Emily), Norma Varden, Harry B. Mendoza; Prod.: Benjamin Stoloff per Eagle-Lion Films 35mm. D.: 78’. Bn.

 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

La carriera di regista di Bernard Vorhaus non è mai stata facile. Nato in America, si era fatto le ossa dirigendo vivaci e fantasiosi film sonori in Inghilterra, per poi tornare oltre oceano nel 1937 per dirigere b-movie di diverso genere: John Wayne, un paio di film della serie Dr. Christian, due capitoli delle avventure canore del riccio Bobby Breen e addirittura un musical sui pattini con Vera Hruba Ralston. Ma il troppo era troppo. Tentò a New York con alcune produzioni a basso budget, poi nel 1951 fu vittima della “lista nera”. Fine della carriera, ma non della sua reputazione. L’originalità che colpì i critici quando venne riscoperto negli anni ’80 è evidente in questo dramma psicologico meravigliosamente tracciato. Questo divertissement d’atmosfera della Eagle-Lion fu la sua ultima produzione a Hollywood, e una delle tante in cui si avvalse della maestria dell’operatore John Alton nel dipingere con la luce.

Vorhaus definì il film “una storia assolutamente sciocca”, e aveva ragione. Ma quando Lynn Bari si avventura nella penombra ovattata creata da Alton sul set della villa, rotta solo dalla luce delle candele o di una porta lontana, a chi importa della logica? Lynn Bari, nei panni di un’addolorata e ricca vedova nella sua villa a strapiombo sull’Oceano Pacifico, è facile preda del personaggio interpretato da Turhan Bey, un finto spiritista dai toni melliflui, quasi sempre accompagnato dal suo corvo (che gli passa perfino le sigarette). Ma anche i truffatori possono essere truffati, e i trucchi con mani fluttuanti e ventate d’aria fredda vengono surclassati dalle illusioni dello stesso regista. In The Spiritualist, stile e soggetto si fondono magistralmente. Sciocca o meno, la storia di Crane Wilbur aveva riferimenti alla realtà dell’epoca. “A Hollywood, in quegli anni”, ricordava Vorhaus negli anni ’80, “sulla strada per Santa Monica trovavi finte chiese a ogni angolo, dove un uomo rievocava gli spiriti dei defunti e offriva speranza abbinata a un massaggio. Cose da pazzi. Quindi è stato un film molto divertente da fare”. Ed è molto divertente anche da guardare.

Geoff Brown

 

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