THE CAMERAMAN

Edward Sedgwick, Buster Keaton

Scen.: Clyde Bruckman, Lew Lipton. F.: Elgin Lessley, Reggie Lanning. M.: Hugh Wynn. Scgf.: Fred Gabourie. Int.: Buster Keaton (Buster), Marceline Day (Sally), Harold Goodwin (Stagg), Sidney Bracy (Edward), Harry Gribbon (il poliziotto), Josephine (la scimmia). Prod.: Metro-Goldwyn-Mayer. DCP. D.: 69’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Vi auguro di rivedere The Cameraman dove Buster Keaton – dopo essere stato sportivo e comparsa per amore – diventa, per amore, cineoperatore d’attualità. Solo un acrobata può fingere una goffaggine di quel calibro; solo un poeta può fingere un simile sonno dell’intelligenza dietro cui si cela il genio della distrazione. Incredibile come un fantasma a mezzogiorno, passeggia con sobrietà attraverso storie che assomigliano a sogni a occhi aperti. La sorte gli è costantemente avversa, la vita quotidiana lo inibisce. Ecco un uomo che non sa vivere. Solitario assume un’aria di grande rassegnazione. Ignorando le formule, gli usi, le mode si trova a proprio agio solo in mezzo al panico. Solo grazie alle catastrofi riesce a fornire la sua vera misura. I disastri non preoccupano quest’uomo di un altro mondo. L’amore guida costantemente i suoi tentativi di soccorso; riesce solo in situazioni disperate; fa l’impossibile senza neppure rendersene conto.

Paul Gilson, Ciné-Magic, André Bonne, Parigi 1951, in Il cinema di Buster Keaton, a cura di Piero Arlorio, Samonà e Savelli, Roma 1972

Lo schema è quello solito che è proprio anche di molti film di Chaplin e di moltissimo cinema americano degli anni del muto. […] Si osserverà che questi schemi fissi sono sempre del genere comico. Essi sono fissi perché sono l’espressione di miti sociali pre­dominanti; e sono comici, perché appunto, sono degli schemi cioè qualche cosa di morto e di esanime che, preso sul serio, rivelerebbe irrimediabilmente il proprio carattere di fossile. Ma lo schema della commedia all’italiana è ristretto e povero; quello di The Cameraman è invece nientemeno che l’ultimo rimbalzo della concezione capitalista (e calvinista) del successo professionale come prova e premio di una condotta giusta e morale. Che questa concezione già al tempo di Keaton fosse ridotta a schema comico sta a dimostrare che la vecchia ‘american way of life’ era ormai defunta. Ciò che due secoli prima era serio, adesso diventava, infatti, comico pur restando identico.
La comicità di Keaton in The Cameraman contiene pure una riflessione altamente intellettuale sulla macchina da presa come strumento di rapporto con il reale e come mezzo di verifica. L’invenzione geniale della scimmia che rifà il verso al fotografo e riprende la scena in cui Keaton salva la ragazza che sta per annegare, scena che gli permetterà di trionfare sul suo rivale, da una parte sta a indicare l’assurdità del successo dovuto, in fondo, al caso (cioè alla scimmia); dall’altro anticipa l’invenzione critica del film nel film e del film sul film, vari decenni prima di Godard e di Antonioni. Keaton, insomma, già allora aveva dei dubbi sul rapporto che passa tra l’artista e la realtà, tra il mezzo e il messaggio. Straordinario, profondo Keaton!

Alberto Moravia, L’inventore di Godard, “L’Espresso”, 31 gennaio 1971

Il restauro di The Cameraman

Il restauro digitale in 4K di The Cameraman è il risultato della felice collaborazione tra Criterion Collection, Cineteca di Bologna e Warner Bros.
Per il restauro sono stati utilizzati tre elementi: un interpositivo 35mm stampato dai laboratori MGM nel 1957 a partire dal negativo camera originale 35mm; una copia 16mm della Library of Congress, per gentile concessione di Bruce Lawton e della Malkames Collection; e un controtipo positivo 35mm dell’antologico Big Parade of Comedy della MGM. Gli elementi sono stati scansionati presso Warner Bros. Motion Picture Imaging di Burbank e il restauro digitale è stato eseguito presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata.
Per rintracciare i 291 piedi di pellicola mancanti sono stati setacciati archivi FIAF e collezioni private di tutto il mondo, purtroppo senza esito.
In una lunga intervista del 1958 a Keaton, l’autorevole curatore della George Eastman House Charles Pratt dice a Buster: “Purtroppo c’è una lacuna nella nostra copia. Pare che il negativo si sia deteriorato. È la parte in cui lei esce, il primo giorno, e va tutto storto. Ne rimane solo un pezzetto…”. E Keaton risponde: “È un peccato, perché alcune delle principali gag stanno proprio lì”. Per fortuna nel rullo 3 mancano solo 30 inquadrature, così descritte nel continuity script originale della MGM:
EST Albergo: Buster sistema la macchina da presa di fronte all’albergo. Il portiere esce dall’albergo, seguito dall’Ammiraglio e dal suo staff che salgono sull’automobile. Buster riprende il portiere. Buster si allontana, poi si rende conto che dovrebbe riprendere l’Ammiraglio.
CM Panfilo in bacino di carenaggio, gente in primo piano. Ragazza accanto alla prua con una bottiglia in mano pronta per il varo. Buster sistema la sua macchina da presa per riprendere la scena. La barca scivola nell’acqua, Buster e la macchina da presa si trovano su un’asse legata alla barca e scivolano anch’essi nell’acqua insieme ad essa (dissolvenza).
PP di cannone che spara, Buster riprende (dissolvenza).
CM: Sede del cinegiornale della MGM: Buster entra con la sua macchina da presa, mostra una scatola di pellicola alla ragazza al banco, il direttore accoglie Buster che gli dà il rullo di pel­licola e dice (didascalia) “Roba grossa, Signore! Spero che le darà un’occhiata”. La porta dell’ufficio si apre e colpisce Buster, la porta si chiude mentre sta passando un altro cameraman, che rompe il vetro con il treppiede.
CL Sala di proiezione: Il direttore sta parlando con una ragazza, arriva Buster che va a sedersi in prima fila. Inquadratura del Direttore arrabbiato e della ragazza contrariata. CM di uomini a cavallo in una gara di salto. Buster aveva girato la manovella al contrario e quindi i cavalli saltano all’indietro. PA di Buster in sala di proiezione con espressione molto triste.
Secondo i documenti d’archivio, il negativo fu spedito dagli studios di Culver City della MGM alla Kodak nel febbraio del 1951: dopo aver ispezionato il negativo, la Kodak informò la George Eastman House e la MGM del materiale mancante nel rullo 3. Non ci sono dati che confermino quando andò di­strutto il negativo camera originale, ma presumibilmente fu nell’incendio del deposito della MGM nel 1965.
Nel 1968 i film di Keaton erano molto richiesti. Nell’impossibilità di trovare l’interpositivo degli studios, la MGM produsse un controtipo 35mm gonfiato da una copia 9,5mm proveniente da Parigi.MGM rintracciò il controtipo solo nel 1991 – acquisito dallo storico e collezionista David Shepard all’interno della vasta collezione di Robert Youngston, tuttavia i rulli 1A, 2A, 3A e 4A presentavano delle lacune. Gran parte del materiale mancante dal controtipo era stato utilizzato per creare il documentario MGM’s Big Parade of Comedy.
La ricostruzione del film eseguita dalla Warner Bros ha usato Big Parade per recuperare il più possibile le parti mancanti. La copia in 16mm appartenente allo storico del cinema e collezionista Bruce Lawton è stata usata per sostituire le sezioni ingrandite e tutto il materiale non trovato in Big Parade. La copia Lawton era stata prodotta per la George Eastman House nel 1951 e stampata dallo stabilimento Eastman Kodak di Rochester.

 

La partitura di The Cameraman: comporre per un ensemble

La partitura di The Cameraman mi è stata commissionata da The Los Angeles Chamber Orchestra nel 2010, ed è stata l’ultima che ho diretto per Peter von Bagh al Midnight Sun Film Festival un anno prima della sua scomparsa nel 2014.
In alcuni casi accade che conoscere bene le caratteristiche dei musicisti che eseguiranno una partitura ne influenzi la scrittura. All’epoca avevo diretto la Los Angeles Chamber Orchestra per quindici anni consecutivi e conoscevo i suoi punti di forza (quelli deboli erano trascurabili) che ho tenuto a mente in fase di scrittura. L’elemento virtuosistico era presente in ogni sezione dell’orchestra, cosa che ha posto tuttavia qualche problema nelle esecuzioni successive. Qualcosa di simile accade quando compongo una partitura che verrà eseguita dall’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, cosa che ho avuto la fortuna di fare diverse volte, nel corso degli anni. Sapere che avevo Paolo Mancini o Francesco Parazzoli nell’orchestra mi ha consentito di comporre passaggi più intrinsecamente complessi e profondi che solitamente sono appannaggio della musica sinfonica. Inoltre, comporre per un ensemble di poco meno di venti elementi offre una grande risorsa: la flessibilità! Consente di passare rapidamente da momenti musicalmente intimi, o carichi di tenerezza, al caos sfrenato di una guerra di quartiere tra bande rivali cinesi con cinquecento persone. The Cameraman richiede questo tipo di flessibilità. È anche probabilmente la più romantica delle mie partiture keatoniane, ma non me ne pento. Keaton mi è sempre apparso come uno dei più esilaranti protagonisti di Hollywood, anche da lontano.
Partitura per ottavino, flauto, oboe, clarinetto, clarinetto basso, fagotto, corno, pianoforte, 2 percussionisti e archi.

Timothy Brock

Copia proveniente da

Restaurato nel 2019 da the Criterion Collection, Cineteca di Bologna e Warner Bros. International Limited. presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata