STAGE DOOR
Sog.: dalla pièce omonima (1936) di Edna Ferber e George Kaufman. Scen.: Morrie Ryskind, Anthony Veiller. F.: Robert De Grasse. M.: William Hamilton. Scgf.: Van Nest Polglase, Carroll Clark. Mus.: Roy Webb. Int.: Katharine Hepburn (Terry Randall), Ginger Rogers (Jean Maitland), Adolphe Menjou (Anthony Powell), Eve Arden (Eve), Ann Miller (Annie), Lucille Ball (Judy Canfield), Gail Patrick (Linda Shaw), Constance Collier (Anne Luther), Andrea Leeds (Kay Hamilton), Samuel S. Hinds (Henry Sims). Prod.: Pandro S. Berman per RKO Radio Pictures. DCP. D.: 87’. Bn.
Scheda Film
Nonostante le numerose riscritture e i cambi di cast nel passaggio dal teatro al cinema, questo film sembra fatto su misura per Hepburn. Opera corale su aspiranti attrici che vivono in una pensione fatiscente a Manhattan, Stage Door è diretto da Gregory La Cava (e adattato da Morrie Ryskind e Anthony Veiller dallo spettacolo di Broadway di Edna Ferber e George Kaufman) e si avvale di un cast irresistibile e indimenticabile di star e di attrici sull’orlo della celebrità, tra le quali Hepburn spicca come prima tra pari. Alcune sono esordienti, altre hanno ottenuto una parte in uno spettacolo o in una rivista, molte sono disperate ma cercano di nasconderlo. Solo due sono destinate a durare.
A ritrovarsi e confidarsi nel soggiorno e sulle scale della pensione troviamo l’arguta Eve Arden, la tagliente Ginger Rogers, l’esuberante Ann Miller, un’espansiva Lucille Ball, una spocchiosa Gail Patrick, l’aspirante insegnante di recitazione Constance Collier e un’Andrea Leeds disperatamente seria. Katharine Hepburn è l’outsider altezzosa che con il suo accento aristocratico e i modi da gran signora inizialmente irrita le altre per poi conquistare il loro rispetto nella drammatica scena madre. Grazie a una serie di imbrogli dietro le quinte e all’astuzia del produttore Adolphe Menjou, Hepburn ottiene la parte che Andrea Leeds sentiva destinata a sé, con esito tragico. Il suo debutto comprende la celebre battuta “Le calle sono di nuovo in fiore”, che Hepburn pronuncia dapprima con esitazione e poi con trionfante sicurezza.
Quella scena indimenticabile condensa tutti i suoi tentativi e fallimenti a Broadway, la sua audacia e la sua fragilità. Nella vita reale Katharine Hepburn era passata direttamente da Bryn Mawr a New York, ottenendo subito un ruolo in uno spettacolo. Ci furono licenziamenti e recensioni negative, ma dopo aver vacillato, aver digerito l’umiliazione ed essersi rialzata fu scoperta da Leland Hayward in Febbre di vivere (1932), portata a Hollywood e affidata a maestri quali George Cukor, George Stevens, Dorothy Arzner.
Molly Haskell