SAŠA

Aleksandra Chochlova

Scen.: Oleg Leonidov, Lev Kulešov, Aleksandra Chochlova. F.: Naum Naumov- Straž. Scgf.: V. Pokrovskij. Int.: Marija Sapožnikova (Saša), P. Il’in (Kotov, suo marito), Andrej Fajt (Pepel’nik), Pëtr Galadžev (Ivan Semënovič), Daniil Vvedenskij (Smirenin), Ljudmila Semënova (donna arrestata), Leonid Kmit. Prod.: Belgoskino Leningrad. 35mm. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

È una storia semplice che si svolge negli anni dell’immigrazione dalle campagne alla città, con un twist da film poliziesco. Saša, giovane contadina incinta, arriva in città. Un poliziotto la prende sotto la sua protezione, un altro la denuncia perché è la moglie di un detenuto accusato di aver ucciso il maestro del villaggio. Il finale del film è andato perduto, ma è facile da dedurre: un flashback discolpa il marito e svela il vero assassino. Il film fu realizzato per un piccolo studio di Leningrado, Belgoskino. “Per studiare la natura e i meccanismi dell’attività poliziesca”, Chochlova trascorre del tempo in un commissariato, segue le procedure di arresto e assiste alla crisi epilettica di un detenuto, cui si ispira in un impressionante episodio dove appare Ljudmila Semënova (Čërtogo Koleso/La ruota del diavolo, Tret’ja Meščanskaja/Letto e divano). È un momento di solidarietà femminile in cui l’eroina sembra uscire dal suo torpore, come quando diventa amica della moglie del poliziotto. Nei suoi ricordi, Chochlova si mostra soprattutto interessata agli attori. Aveva studiato con Stanislavskij, e i suoi principi creativi sembrano qui opporsi allo stile di recitazione espressivo elaborato da Kulešov (scomposizione e meccanizzazione dei gesti e dei movimenti), del quale, da attrice, era stata la più brillante rappresentante: “Ho cercato soprattutto di fare in modo che sembrassero gente vera, non attori. Così, quando hanno scambiato la mia attrice principale per una donna delle pulizie e mi hanno chiesto perché la portassi con me mi sono ritenuta soddisfatta, perché in realtà era una vera attrice che aveva studiato al GTK”. In compenso lo stile di montaggio è proprio quello di Kulešov, e il cast unisce membri del collettivo – Andrej Fajt, Galadžev – e altri attori di varie provenienze e formazioni.

Irène Bonnaud e Bernard Eisenschitz

 

La recensione su Cinefilia Ritrovata

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