ROMÉOS ET JUPETTES

Jacques Rozier

Int.: Pierre Richard, Margareth Clementi. Prod.: Anatole Dauman per Argos Films. 35mm. D.: 11’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Una delle curiosità del film risiede nell’uso improprio dei colori. Essi ritmano il film e gli offrono una gamma cromatica insolita: una leggerezza pop e un impegno artistico che corrispondono a una fase di creatività formale. Il cineasta racconta le stesse storie di buffi e tristi incontri amorosi che costituivano la trama di Adieu Philippine e Blue Jeans. Potrebbe ridere dei suoi personaggi ingenui, ma quel che si percepisce è soprattutto la bellezza, la tenerezza e la fragilità di uno sguardo. Fa così convivere la comicità di Buster Keaton e la malinconia colorata e luminosa di Douglas Sirk per proporre tre storie raccontate da tre ragazze che si interrogano sui loro problemi sentimentali. Jacques Rozier, prendendosi gioco degli articoli pubblicati nelle riviste femminili dell’epoca, offre risposte rocambolesche a domande assurde e ricorre a divagazioni ironiche, a pretesti per far muovere senza sosta i corpi dei suoi attori, per spezzare un ritmo consolidato, per confrontarsi con il proprio cinema e farlo evolvere incessantemente. I veri problemi che si pone Jacques Rozier riguardano la forma, i colori e il ritmo. Quando la Cinémathèque française ha ritrovato i negativi di Roméos et Jupettes, con l’aiuto della società di produzione Argos Film, si è scelto di stampare una copia 35mm in previsione di un restauro digitale. Di fatto, in mancanza di una copia 35mm d’epoca, questa nuova copia è stata un elemento analogico indispensabile per rispettare e ripristinare i colori del film all’epoca della sua uscita. A tale proposito, la Cinémathèque ha proposto al direttore della fotografia del film, Willy Kurant, di convalidare la color correction effettuata da José Saraiva di Hiventy, ultimo laboratorio commerciale francese a eseguire ancora i procedimenti di sviluppo e stampa fotochimici tradizionali.

Hervé Pichard

Copia proveniente da

per concessione di Argos Films. Copia 35mm stampata nel 2018 dal negativo originale da Cinémathèque française con il sostegno di Argos Films