PAYS BASQUE

Orson Welles

((Episodio della serie tv Around the World / Inghilterra, 1955). R.: Orson Welles. P.: ITV. 35mm. bn. L.: 714m. D.: 27’ a 24 f/s.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

“Nel momento in cui terminiamo questa bio-filmografia critica, l’ultimo lavoro di Orson che ci resta da menzionare riguarda la televisione. È attraverso questa nuova arte, risultato di una sintesi fra cinema, giornalismo, teatro e radio, che avremmo voluto concludere il nostro studio anche se le circostanze non ce l’avessero imposto. Infatti Orson Welles, abbandonato dal cinema, ha trovato nella TV quella possibilità d’espressione che Hollywood gli rifiutava […]. ‘La povertà della televisione è una cosa meravigliosa. Il grande film classico evidentemente non va bene per il piccolo schermo, poiché la televisione è nemica dei valori cinematografici classici, ma non del cinema. È una forma di espressione meravigliosa, in cui lo spettatore si trova soltanto ad un metro e mezzo dallo schermo, ma non è una forma drammatica, è una forma narrativa: la televisione è il mezzo ideale per chi racconta… Alla televisione si può dire dieci volte di più, in dieci volte meno tempo, che con il cinema, perché ci si rivolge soltanto a due o tre persone. E soprattutto, ci si rivolge all’orecchio. Per la prima volta, alla televisione, il cinema assume un valore reale, trova la sua vera funzione, per il fatto che parla, poiché la cosa più importante è ciò che si dice, e non ciò che si fa vedere. Le parole dunque, non sono più nemiche del film: il film non fa altro che aiutare le parole, dato che la televisione, di fatto, non è altro che una radio illustrata.
La TV è quindi soprattutto un mezzo per soddisfare la mia tendenza a raccontare storie, come i narratori arabi sulla piazza del mercato. Da parte mia, ho la passione di questa cosa; non mi stanco mai di sentir raccontare storie, sapete, così commetto l’errore di credere che tutti abbiano lo stesso entusiasmo! Io preferisco le storie ai drammi, alle opere teatrali, ai romanzi: è una caratteristica importante del mio gusto. Leggo con estrema fatica ‘grandi’ romanzi: mi piacciono le storie’” (André Bazin, Orson Welles, Editions du cerf, 1972).

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