MONSIEUR VERDOUX

Charles Chaplin

Sc.: Charles Chaplin, da un’idea di Orson Welles. F.: Roland Totheroh. Mu.: Charles Chaplin, arrangiata e diretta da Rudolph Schrager. M.: Willard Nico. Scgf.: John Beckman. Cost.: Drew Tetrick. Ass.R.: Robert Florey, Wheeler Dryden, Rex Bailey. Op.: Wallace Chewning. Su.: James T. Corrigan. Supervisione artistica: Curtis Courant. In.: Charles Chaplin (Henri Verdoux, alias Varnay, alias Bonheur, alias Floray), Mady Correll (Mona), Allison Roddan (Peter), Robert Lewis (Maurice Bottello), Audrey Betz (Martha), Martha Raye (Annabella Bonheur), Ada-May Wells (Annette), Isobel Elsom (Marie Grosnay), Marjorie Bennett (la sua domestica), Helene Heigh (Yvonne), Margareth Hoffman (Lydia Floray), Marilyn Nash (la ragazza), Irving Bacon (Pierre), Edwin Mills (Jean), Virginia Brissac (Carlotta), Almira Sessions (Lena), Eula Morgan (Phoebe), Bernard J. Nedell (prefetto di polizia), Charles Evans (detective Morrow), William Frawley, Arthur Hohl, Barbara Slater, Fritz Leiber, Vera Marshe, John Harmon, Christine Ell, Lois Conklin. P.: United Artists.
35mm. D.: 123′ a 24 f/s.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

E’ il 1947, nell’aria risuona ancora l’eco pesante dei massacri di guerra, e Charlie Chaplin presenta al mondo il suo personale gioco al massacro: il film più inatteso, una commedia nerissima, il paradosso tragicomico e feroce che si chiama Monsieur Verdoux. Il personaggio principale,Verdoux, fu definito dalla critica dell’epoca un “moderno Landru”, ovvero un serial killer della provincia francese negli anni Trenta. L’idea venne infatti a Chaplin dopo che Orson Welles gli propose il ruolo di protagonista nel film sulla vita di Landru a cui stava pensando; Chaplin declinò l’invito ma si appropriò dello spunto, citando Welles nei credits. Monsieur Verdoux produce sconcerto nel pubblico e imbarazzo nella critica. L’American League lo boicotta, la censura agisce, ancora una volta, con zelante incomprensione: disposta a venire a patti col cuore nero del film, “il contenuto anti-sociale, le scene in cui Verdoux accusa il Sistema e la struttura sociale contemporanea” (sic: nessuno rileva che il film si svolge ufficialmente in Francia, tra le due guerre), si concentra soprattutto sulla “sgradevole sensazione di illecito sessuale che circonda la vita di Verdoux”. Chaplin viene accusato di comunismo, è l’inizio della fine dei suoi rapporti con l’America. Tuttavia il vero scandalo del film consiste, secondo Bazin, nel fatto che per la prima volta Chaplin non è affatto Charlot eppure lo è ancora, pienamente, in una sorta di immagine al negativo (l’iperadattamento alla logica sociale di Verdoux vs il disadattamento del vagabondo), in una contraffazione puntuale che solo alla fine tradisce la propria natura di maschera: “Omino in maniche di camicia, con le mani legate dietro il dorso, se ne va con passo saltellante verso il patibolo. Ed è allora la gag sublime, informulata ma evidente, la gag che risolve tutto il film: Verdoux era lui! Ghigliottineranno Charlot.” Verdoux/Charlot va dunque verso la morte, una morte da lui stesso preparata e scelta dopo la parabola amorale che è stata la sua vita, e dopo quella lunghissima, esilarante, tremenda gag d’una moglie più megera delle altre che sfugge ai ripetuti tentativi d’omicidio, sempre più ansiogeni e slapstick; Charlot va verso la morte dopo aver superato il comico e il patetico, con la frase che apre un quieto baratro metafisico, “vi rivedrò molto presto tutti”. Trionfo stilistico dell’ellissi, Monsieur Verdoux è il più enigmatico dei film di Charlie Chaplin; torna oggi, restaurato, a interrogarci col suo mistero che, come ci ricorda Jacques Lourcelles, “nessuno può vantarsi d’aver esplorato fino in fondo, e che lo ha preservato dal tempo”.

Paola Cristalli

Restauro realizzato da

Restaurato nel 2001 presso L'Immagine Ritrovata