MEKVLE
Scen.: Rezo Esadze, Goderdzi Chokheli. F.: Demur Danelia. Prod.: Grigol Tsikhiseli. DCP. D.: 14’. Bn.
Scheda Film
I film georgiani sono caratterizzati da un’intensa poesia visiva. La scelta di un approccio privo di parole pare necessaria, soprattutto perché nei regimi totalitari le parole vengono spesso private del loro significato. Chokheli mostra un villaggio ai bordi dei monti innevati del Caucaso, probabilmente simile a quello in cui è nato. Si odono spari di fucile, cui seguono altri suoni: gente che chiacchiera, cani che abbaiano. Non è visibile alcuna figura umana. Poi ci sono primi piani di case, altre voci, ma ancora nessun segno di presenze umane. Quando la macchina da presa inquadra i monti dalla finestra di un rudere è chiaro che gli esseri umani non appariranno mai, perché questo è un villaggio abbandonato e quelli che stiamo sentendo sono i suoni del passato. La parata di suoni prosegue: un matrimonio, un funerale. La perturbante poesia ci conduce poi in una camera, e sull’immagine di un letto di legno vuoto, sentiamo un uomo e una donna che sussurrano e fanno l’amore – le ombre si sono allungate, il giorno è quasi finito.
Ehsan Khoshbakht