LES AVENTURES DE ROBERT MACAIRE – Prima avventura: Une étrange nuit à la ferme de Sermèze

Jean Epstein

Sc.: Charles Vayre, dalla pièce L’auberge des Adrets di Benjamin Antier, Saint-Armand, Pulyanthe. F.: Paul Guichard, Jehan Fouquet, Nicholas Roudakoff. Scgf.: Jean Mercier, Georges Geffroy, Lazare Meerson. In.: Jean Angelo (Robert Macaire), Alex Allin (Bertrand), Susanne Bianchetti (Louise de Sermèze), Nino Costantini (René de Sermèze), Camille Bardou (il brigadiere Verdouron), Lou Davy (Victoire), Jean-Pierre Stock (Henri), François Viguier (Cassignol), Marquisette Bosky (Jeanne), Sacha Dulong (il marchese di Sermèze). P.: Films Albatros. 35mm. L.: 4085m. D.: 44′ a 22 f/s.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Fatto curioso, Les Aventures de Robert Macaire, di cui non si parla mai, è un classico. […] In questo film di venti rulli, non vi è prolissità, non un difetto. Tutta un’epoca e l’atmosfera romantica vi sono riprodotti. È vivace, raffinato ed è spiritualmente e stilisticamente più moderno di molti film attuali. S’intende che vi sarà qualcuno che dirà che Epstein era contrario a questo film. È poi così certo? È possibile che non gli abbia attribuito importanza. Ad ogni modo, non avrebbe girato di seguito e così presto Mauprat, se non avesse girato Macaire. Altri alzeranno le spalle e diranno che è Le Caprice de Caroline chérie dell’epoca. Mi dispiace per loro e per Caroline perché se si dovesse fare un confronto e cercare un equivalente del nostro tempo a Les aventures de Robert Macaire si dovrebbe parlare di High Noon, ma che diversità di perfezione! Io non conosco opere più autentiche di Les Aventures de Robert Macaire di Epstein. Si è dedicato a questo film con totale onestà, conosceva i suoi romantici, il suo Boulevard du crime, il suo Frédéric Lemaître, il suo Dumas, il suo Sand e il suo Doré. Con la scelta dei paesaggi, con la verità dei personaggi secondari, con la raffinatezza degli interni di Mercier, con tutti i dettagli e anche con una falsa ingenuità e una certa falsa comicità, ci fa penetrare nello spirito di un’epoca.

Henri Langlois, “Jean Epstein”, Cahiers du cinéma, n. 24, 1953

Copia proveniente da

Copia preservata nel 1986 e restaurata nel 1992.