LE TROU

Jacques Becker

Sog.: dall’omonimo romanzo di José Giovanni. Scen.: Jacques Becker, José Giovanni, Jean Aurel. F.: Ghislain Cloquet. M.: Marguerite Renoir. Scgf.: Rino Mondellini. Mus.: Philippe Arthuys. Int.: Michel Constantin (Géo), Roland- Jean Keraudy (Roland), Philippe Leroy (Manu), Raymond Meunier (‘Monsignore’), Marc Michel (Gaspard), Catherine Spaak (Nicole), Jean-Paul Coquelin (Grinval), André Bervil (il direttore del carcere), Eddy Rasimi (Bouboule), Paul Préboist (una guardia). Prod.: Serge Silberman per Play Art, Filmsonor, Titanus. DCP. D.: 120’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Le Trou s’ispira, attraverso il romanzo di José Giovanni, alla storia di Roland- Jean Keraudy, che nel film recita il ruolo di se stesso. Becker, già malato, esige un’assoluta fedeltà nella ricostruzione del carcere e dell’azione. Esce sfinito dalle riprese. Muore il 21 febbraio 1960, dopo aver terminato il montaggio ma non il missaggio, che viene portato a termine dal figlio e assistente Jean Becker. Il film esce il 18 marzo. Di fronte all’insuccesso commerciale delle prime settimane, il distributore taglia una ventina di minuti, che non sono mai stati ritrovati.

Bernard Eisenschitz

Aveva cinquantadue anni quando la sua maestria, la sua maturità, gli ispirarono un film immenso, dove tutti gli aspetti essenziali dell’uomo dovevano essere trattati: la dignità, il coraggio, la fraternità, l’intelligenza, la nobiltà, il rispetto e la vergogna. Esistono solo due contesti per una tale avventura: la guerra e la prigione – mi scuso con le signore (che amo molto) perché, soltanto in queste due circostanze l’uomo è senza donna e non può sublimarsi che al di fuori dei suoi desideri, della sua libido e dei suoi complessi. […] Quante pagine servirebbero per enumerare le meraviglie di questo capolavoro, di questo film che io considero – e soppeso assai attentamente le mie parole – come il più grande film francese di tutti i tempi?

Jean-Pierre Melville, Le Plus grand film français, “Cahiers du cinéma”, n. 107, maggio 1960

Copia proveniente da

Per concessione di Studio Canal