LE BRASIER ARDENT
Scen.: Ivan Mozžuchin. F.: Joseph-Louis Mundwiller, Nicolas Toporkoff. Scgf.: Alexandre Lochakoff, Edouard Gosch, Boris Bilinsky, Pierre Schildknecht. Int.: Ivan Mozžuchin (Zed), Nathalie Lissenko (la donna), Nicolas Koline (il marito), Camille Bardou (presidente del club dei detective), Huguette Delacroix, François Zellas, Paul Franceschi, Jules de Spoly. Prod.: Alexandre Kamenka per Films Albatros. 35mm. L.: 2199 m. D.: 107’ a 18 f/s. Col. (Desmet)
Scheda Film
Un giorno al cinema Colisée vidi Le Brasier ardent diretto da Mozžuchin e prodotto dal coraggioso Alexandre Kamenka della Films Albatros. Il pubblico urlava e fischiava, sconvolto da quello spettacolo così diverso da quelli cui era abituato. Io ero entusiasta. […] Decisi di abbandonare il mio mestiere di ceramista e di provare a fare film.
Jean Renoir
Per alcuni storici Ivan Mozžuchin è la prima star maschile della storia del cinema. Nato a Penza, nella regione del Volga Centrale, abbandonò gli studi di diritto per diventare attore e si formò alla scuola di Stanislavskij. Ladislas Starevich (Władysław Starewicz) gli affidò alcuni dei suoi primi ruoli, seguito dai registi Vasilij Gončarov ed Evgenij Bauėr. Quest’ultimo gli permise di rivelare il suo formidabile temperamento e di acquisire una grande sobrietà interpretativa in melodrammi tragici, satanici e decadenti caratterizzati da luci e scenografie raffinate. Entrato nella troupe di Ermolieff si affermò, sotto la direzione di Jakov Protazanov (Pikovaja dama/La dama di picche, Otec Sergij/Padre Sergio), come l’attore più grande e popolare del cinema russo. A ogni buon conto, dopo che l’attore ebbe lasciato la Russia, Lev Kulešov utilizzò proprio il suo volto nel celebre esperimento, teso a dimostrare l’importanza del montaggio. L’esilio non interruppe la carriera di Mozžuchin, che divenne presto l’attore francese più famoso del mondo: per la società Albatros interpretò Kean, Le Lion des Mogols, Il fu Mattia Pascal. Jean Tedesco scrisse nel 1924: “bisogna aver visto morire Sarah Bernhardt. Un giorno, a coloro che vorranno conoscere le vette più alte del cinema si dirà: bisogna aver visto morire Mozžuchin”. Le Brasier ardent, da lui girato nel 1923, è un delirio onirico e psicanalitico che farà rimpiangere a lungo che non ne abbia diretti altri.
Émilie Cauquy