L’AMORE IN ITALIA Episodio 1 (La donna è mia e ne faccio quel che mi pare), Episodio 2 (La fortuna di trovare marito)
Scen.: Luigi Comencini, Italo Moscati. F.: Angelo Bevilacqua, Marcello Masciocchi. M.: Sergio Buzi. Prod.: Giancarlo Di Fonzo per Difilm, Rai Radiotelevisione Italiana. DCP. D.: 60’ (ep. 1), 60’ (ep. 2). Col.
Scheda Film
I bambini e noi è un’inchiesta televisiva in sei puntate, attraverso tutte le regioni e le classi sociali. “Senza preparare nulla ma semplicemente dando ‘motore’ alla macchina da presa, Comencini interroga questi bambini con dolce fermezza, un po’ come un maestro, un po’ come un padre, entrando goffamente in campo con il corpo e il microfono troppo ingombranti. Tenta di sostituire la propria disponibilità all’irrealtà dei rapporti mediati dalla macchina da presa, dalle differenze culturali e anagrafiche, cercando di stabilire una relazione di scambio e comprensione reali in cui il mezzo televisivo entra in scena, oggetto di un baratto come la bicicletta di Maurizio, puro veicolo di interazione giocosa o di sfida. […] Comencini finisce per porre violentemente l’accento della sua inchiesta I bambini e noi proprio sul ‘noi’, sulle responsabilità degli adulti che tornerà a indagare nel successivo lavoro televisivo”. Nel 1977 il regista la rimonterà e la aggiornerà, ritrovando con delusione i bambini di allora. E decide di allargare lo sguardo sugli adulti in un’altra inchiesta in cinque puntate, L’amore in Italia. “Andando a cercare le cause del malessere dei bambini negli adulti e ribaltando sul ‘noi’ l’obiettivo, ciò che Comencini trova è artificio, confusione, vacuità dei rapporti. E questo a tutti i livelli sociali, nel campione proposto degli intervistati che spazia dalla casalinga siciliana all’imprenditore del nord, dalla coppia gay ai membri di una comune, passando per una famiglia cattolica tradizionalista. […] Col passaggio dall’infanzia alla vita adulta si assiste anche a un altro significativo cambiamento, un cambiamento di genere. Tutti i bambini di Comencini, con l’unica eccezione di Cleopatra in Lo scopone scientifico, sono maschi. L’Italia adulta, in quel poco spazio residuo di positività e di progettualità per il futuro, è donna. Un po’ come nel cinema di Antonioni, gli uomini sono qui confinati in ruoli minori di bambini che non si rassegnano a crescere, misogini o mammoni, subalterni o profittatori”
(Laura Buffoni, in Luigi Comencini. Il cinema ai film, a cura di Adriano Aprà, Marsilio, Venezia 2007).