LA HORA DE LOS HORNOS. Neocolonialismo y violencia

Fernando E. Solanas, Octavio Getino

Scen.: Octavio Getino, Fernando E. Solanas. F.: Juan Carlos Desanzo. M.: Juan Carlos Macías, Antonio Ripoll, Fernando E. Solanas. Mus.: Roberto Lar, Fernando E. Solanas. Int.: María de la Paz, Fernando E. Solanas, Edgardo Suárez (narratori). Prod.: Grupo Cine Liberatión, Cinesur. DCP. D.: 85’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Pesaro, giugno 1968. Una scena si ripete nei racconti dell’anteprima internazionale del film dei cineasti argentini Fernando Solanas e Octavio Getino: gli spettatori, dopo la proiezione della prima parte, mossi dalla sua forza espressiva, interrogati dal volto in primissimo piano del cadavere di Che Guevara sullo schermo accompagnato da un ritmo percussivo assordante, si mettono in piedi a urlare e a portare in spalla i registi del film. I ricordi uniscono questa scena alla contemporanea agitazione sessantottina per le strade di Pesaro, la confluenza in una manifestazione conclusasi con scontri con gruppi fascisti e con la polizia, e la detenzione di militanti e cineasti. “Ogni spettatore è un codardo o un traditore”. La frase di Frantz Fanon era stata impressa in un cartello sotto lo schermo durante la proiezione. Il film era diventato atto politico, come speravano i suoi registi a ogni proiezione e come avrebbero teorizzato poco dopo con l’idea del ‘cinema militante’ che, secondo loro, era la categoria più avanzata del terzo cinema. “Sulle mie scapole aguzze”, ha ricordato Fernando Birri, “e sulle spalle di decine, centinaia di spettatori, li abbiamo portati percorrendo il corridoio centrale della sala dove non entrava uno spillo. Applausi interminabili, evviva entusiasti, canti rivoluzionari”. […] Dall’inizio diversi critici sottolinearono il modo in cui il film, in particolare la sua prima parte, riusciva ad articolare un linguaggio originale con il suo progetto rivoluzionario. In realtà, nella costruzione di quel linguaggio, La hora de los hornos lavora con una grande quantità di mezzi e tecniche cinematografiche (sequenze di notiziari, interviste e reportage, materiale documentario e ricostruzione di scene, frammenti di altri film, foto, cartelli, inserti grafici, fermo-immagine, immagini pubblicitarie, effetti di montaggio, collage), nello stesso momento in cui assorbe e rielabora diverse influenze cinematografiche insieme all’esperienza pubblicitaria precedente di Solanas. Contro lo spettacolo, in particolare nella sua versione hollywoodiana, la prima parte include diverse strategie di attacco alla passività dello spettatore, dove la controinformazione e l’agitazione si mischiano senza conflitto.

Mariano Mestman, La hora de los hornos da Pesaro al mondo, in Catalogo della 44a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, Fondazione Pesaro Nuovo Cinema Onlus, 2008

Restaurato nel 2018 da INCAA (Instituto Nacional de Cine y Artes Audiovisuales) presso il laboratorio Gotika di Buenos Aires, con la supervisione di Fernando E. Solanas.