LA CAVALCATA ARDENTE
R.: Carmine Gallone. S. e Sc.: Carmine Gallone. F.: Alfredo Donelli, Emilio Guattari. Scgr.: Filippo Folchi. Costumi: Poiret. In.: Soava Gallone (Grazia di Montechiaro), Emilio Ghione (il Principe di Santafé), Gabriele de Gravonne (Giovanni Artuni), Jeanne Brindeau (Maddalena Artuni), Amerigo Di Giorgio (Pietro di Montechiaro), Raimondo van Riel (il brigante Pasquale Noto), Ciro Galvani (Giuseppe Garibaldi). P.: Saic-Westi. L.o.: 1780 m., D.: 76’ a 20 f/s.
Scheda Film
“Un film chiave per capire meglio cosa accade tra la fine del diva-film e l’avvento del sonoro nel cinema italiano. Gallone, una delle poche figure a passare indenne gli anni della grande crisi, realizza un’opera in equilibrio tra tre diverse istanze: le strizzatine d’occhio al Regime (i garibaldini in camicia-quasi-nera, il cartello Garibaldi duce vincitore, i sentimenti risogimentali che saranno al centro di tanto cinema italiano degli anni trenta); la lezione americana e tedesca di un cinema d’avventura, pieno d’azione e spettacolo, che Gallone, il più internazionale dei nostri registi, aveva presto imparato; il legame alla tradizione cinematografica nazionale, l’uso di alcuni attori (la moglie Soava, l’impenetrabile Ghione, un sicuro Raimondo van Riel, Ignazio Lupi, un volto che attraversa decine di film italiani) e il ricorrere all’unicità italiana, con i suoi paesaggi splendidi e anche il suo folklore (vedi la trovata della cavalcata con le fiaccole che occupa quasi una bobina del film).
Il mix non è ancora riuscitissimo, la versione un po’ love-story, un po’ far-west del risogimento risulta ancora in molte parti indigeribile, ma il cammino verso l’adeguamento italiano agli stili del cinema moderno è iniziato.
In più i costumi di Poiret sono splendidi e in certi momenti emerge in Gallone una grande vena di descrittore di particolari che danno qualche umanità ad un quadro d’assieme, freddo come un sussidiario della scuola italiana”.
Gian Luca Farinelli