LA BOHÈME

Albert Capellani

Sog.: dal romanzo Scenes de la vie de Bohème (1849) di Henri Murger; F.: Pierre Trimbach; Int.: Paul Capellani (Rodolphe), Charles Dechamps (Marcel), Paul Gerbault (Colline), Léon Bélières (Schaunard), Suzanne Revon- ne (Mimi), Juliette Clarens (Musette); Prod.: S.C.A.G.L. (Pathé No. 4896). 35mm. L.: 680 m. D.: 33’ a 18 f/s. Bn

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Prima della Prima Guerra Mondiale, Albert Capellani ha adattato per il cinema numerosi classici della letteratura del Diciannovesi- mo secolo. La sua nomea di “maestro-regista della fotodramma- tizzazione di Letteratura Francese” (“Photoplay”, luglio 1915) lo accompagnò no negli Stati Uniti. E se da un lato gli adattamenti americani, con le loro fenomenali messinscene e scenogra e, sono la prosecuzione della produzione francese di Capellani, dall’altro c’è un elemento diverso: gli attori.

Visto che la prima versione de La Bohème è stata tramandata solo su negativo e senza didascalie, pubblichiamo qui il riepilogo del catalogo allora in vendita (“Pathé-Bulletin”, n. 5, 1912). Ringraziamo la Cinémathèque Française per averci dato il permes- so di proiettare la propria copia lavoro senza didascalie, tratta dal negativo. (Per ulteriori informazioni sulle copie tratte dal negativo: vedi il testo di Camille Blot-Wellens alla ne del catalogo della sezione “Alice Guy”).

“Rodolphe vive felice nella sua mansarda in compagnia dell’ami- co pittore Marcel quando fa la conoscenza di Mimi, una deliziosa fanciulla di modeste condizioni, ore di grazia e di primavera. Tra i due sboccia un idillio e la giovane, cacciata dal suo umile allog- gio da un proprietario implacabile, chiede asilo all’innamorato. Il rosaio che Rodolphe regala a Mimi sarà il simbolo del loro amo- re, destinato a durare nché i ori non appassiranno! Ciascuno dei due innamorati accudisce di nascosto il delicato arbusto, ma malgrado i loro sforzi le rose niscono per appassire. Una sera la volubile Mimi, conquistata dal miraggio di una vita lussuosa che le si prospetta, lascia la mansarda abbandonando colui che l’ama. Ma con la fortuna la fanciulla non trova la felicità. Torna un giorno d’inverno, tremante, malata, esausta, “uccello incostante all’anti- co nido”. Rodolphe sente tutto il suo rancore stemperarsi alla vista della poveretta, ma nonostante le sue cure la tisi ha il sopravvento, e nella stanza in cui entrambi vissero ore tanto deliziose Mimi si addormenta per sempre, raggomitolando le povere fredde mani in un piccolo manicotto, ultimo capriccio della sua fantasia, ultima offerta dei suoi amici della Bohème.”

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