KINOU TO ASU NO AIDA

Yuzo Kawashima

Sog.: dal romanzo omonimo (1953) di Yasushi Inoue. Scen.: Toshio Shiina. F.: Toru Nishikawa. Scgf.: Seiichiro Sakai. Mus.: Toshiro Mayuzumi. Int.: Koji Tsuruta (Kaitaro Shirato), Yumeji Tsukioka (Toko Saita), Chikage Awashima (Reiko Danjo), Eitaro Shindo (Shuhei Saita), Minoru Ohki (Sankichi Araki), Shiro Osaka (Genko), Akihiko Katayama (Saiki). Prod.: Shochiku. 35mm. D.: 120’. Bn.

info_outline
T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

L’ultimo film di Kawashima alla Shochiku è un’opera decisamente degna di nota, nonostante il regista si fosse trovato a disagio con il materiale di partenza. “Pensavo fosse estremamente difficile dar vita alle donne ritratte da Yasushi Inoue” commentò. “Eppure allo stesso tempo mi ero relativamente affezionato a loro. Non che adesso non mi piacciano, ma la dolcezza di Yasushi Inoue mi disturba un po’”. La visione disfattista di Kawashima sembra però palesarsi nei cambiamenti apportati al tono e all’enfasi della storia di Inoue. Il recensore di “Kinema Junpo” osservò che nell’originale il personaggio principale era ritratto come un virile uomo d’affari del dopoguerra, mentre l’adattamento della Shochiku ne attenuava la mascolinità permettendo alle due protagoniste femminili di occupare il centro della scena. Al pubblico italiano e internazionale potrà ricordare Fellini il modo in cui Kawashima documenta la crisi di un protagonista maschile nella complessa esplorazione di ciò che determina l’attrazione tra uomini e donne, spesso contro la loro volontà o il buon senso. Il recensore di “Kinema Junpo” elogiò Kawashima per la ventata di modernità che aveva infuso nel melodramma. In effetti il film denota una certa modernità stilistica e appare a tratti sperimentale, quasi d’avanguardia. La sequenza iniziale è audacemente teatrale, con la macchina da presa che arretra a svelare l’‘introduzione’ come uno schermo dentro lo schermo, e la colonna sonora mostra una rinfrancante qualità anarchica.

Alexander Jacoby e Johan Nordström

Copia proveniente da