KHABAZEBI

Bidzina Rachvelishvili

Scen.: Gia Badridze. F.: Giorgi Barnaveli, Tristan Kandelaki. M.: Tsiuri Koberidze, Nutsa Shoshitaishvili. Prod.: Liana Gogelia. DCP. D.: 10’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Questo cortometraggio restituisce la bellezza di un rito produttivo che esiste dall’età della pietra. L’uso del chiaroscuro e del suono post-prodotto, motivo stilistico che ritroviamo anche negli altri documentari georgiani di questo programma, crea un’atmosfera perturbante. All’estrazione del pane dal forno si assiste con lo stesso stupore che si riserverebbe all’apparizione di un disco volante. Quando introduce l’impasto nel tandoor, il panettiere si infila con metà corpo in quell’antro, immagine insieme spaventosa e ipnotica. Il pane non è mai stato mostrato così, con l’eccezione forse di Night of the Living Bread (Kevin S. O’Brien, 1990). Ma questa non è una parodia: qui il cibo umano più essenziale incrocia una sensibilità espressionista. Insieme a O Pão di Manoel de Oliveira (anch’esso presente in questa edizione del festival), Khabazebi offre alcune delle più belle immagini cinematografiche del nostro pane quotidiano.

Ehsan Khoshbakht

Copia proveniente da

per concessione di Otar Ioseliani.
Restaurato in 4K nel 2018 da Central Archive of Audio-Visual Documents of the National Archives of Georgia a partire dal negativo originale e da una copia di proiezione