KARNAVAL’NAJA NOČ’
Scen.: Boris Laskin, Vladimir Poljakov. F.: Arkadij Kal’catyj. Scgf.: Konstantin Efimov, Oleg Grosse. Mus.: Anatolij Lepin. Int.: Igor’ Il’inskij (Ogurcov), Ljudmila Gurčenko (Lena Krylova), Jurij Belov (Griša Kol’cov), Georgij Kulikov (Usikov), Sergej Filippov (il conferenziere), Ol’ga Vlasova (Romaškina), Andrej Tutyškin (il contabile), Tamara Nosova (la segretaria), Gennadij Judin (il direttore dell’orchestra jazz). Prod.: Mosfil’m · 35mm Col.
Scheda Film
Le regole su cui si fonda Karnaval’naja noč’, celebre commedia del primo Disgelo, sono già dichiarate nel titolo: è una mascherata percorsa da un riso festoso e rituale fondato sul pathos dell’eterno rinnovamento, un riso universale che celebra a un tempo la nascita e la sepoltura, che glorifica e irride.
Gli sceneggiatori avevano in mente una ‘rivista’, variante del popolare film-concerto che da spettacolo pomposo dominato dalla musica classica e dal balletto virò dopo la morte di Stalin verso il varietà e il circo. I numeri incorniciavano una trama basata principalmente su equivoci amorosi. Ma nella sceneggiatura di Karnaval’naja noc’ interviene un direttore, “nemico del divertimento”, che tenta di ostacolare lo spettacolo: è l’incolto funzionario Ogurcov, mosso dallo slogan “Non mi piacciono gli scherzi e non li tollero negli altri”. Il regista Ėl’dar Rjazanov voleva invece girare una satira realista con un Ogurcov grottesco e temibile: per la parte aveva in mente l’attore drammatico Pëtr Konstantinov.
Ma l’ultima parola sul film spettava al direttore del Mosfil’m Ivan Pyr’ev, anima del progetto. Grande regista ed eccezionale produttore, Pyr’ev intuì in Rjazanov il talento per la commedia e costrinse il giovane documentarista ad accettare la regia. Ricordò in seguito Rjazanov: “Pyr’ev mi indirizzò verso uno spettacolo più convenzionale, in cui la vivacità, la musica e lo spirito carnevalesco creavano un’atmosfera allegra e Ogurcov era semplicemente assurdo, ridicolo e non faceva paura a nessuno”. Pyr’ev volle a tutti i costi scritturare Igor’ Il’inskij, uno dei più grandi attori di Mejerchol’d e stella di prima grandezza della commedia sovietica sin dagli anni Venti. Il’inskij incarna alla perfezione il carnevalesco ‘re degli stolti’, figura centrale e dissacrante che smonta e sminuisce il direttore in quanto rappresentante del potere costituito.
All’ufficialità si contrappone così il varietà, specialmente la musica leggera, caratterizzata come musica dei giovani. In linea con la logica carnevalesca, nella scena culminante i musicisti si strappano le barbe finte, fanno le capriole e si scatenano in un energico jazz, genere musicale che non a caso era stato vietato da Stalin.
Espressiva incarnazione dello spirito del film è la giovane allieva del VGIK Ljudmila Gurčenko, anch’essa fortemente voluta da Pyr’ev. La sua inesperienza era compensata dall’energia, dalla bella presenza e dal talento vocale, qualità che la resero una diva della commedia musicale.
Il film di Rjazanov riesce così con successo a liberarsi del peso del passato recente: ma non con i mezzi della satira, come il regista si proponeva inizialmente, bensì con le risorse dell’azione carnevalesca, sulle quali aveva insistito Pyr’ev in sintonia con la sceneggiatura.
Evgenij Margolit