ITTO
Sog.: Maurice Le Glay. Scen.: Georges Duvernoy. F: Georges Asselin, Paul Parguel, Philippe Agostini, Pierre Levent, Georges Régnier. Mus.: Henri-Georges Clouzot, Albert Wolff. Int.: Simone Berriau (Itto), Ibrahim Moulay (Hamou), Ben Brick (Miloud), Youssef Mohand (il padre di Miloud), Aisha Fadah (Aisha), Simone Bourday (Françoise), Pauline Carton (zia Anna), Camille Bert (il colonnello). Prod.: Eden Productions. 35mm. D.: 126’. Bn
Scheda Film
Credo proprio che fosse in Way Down East, che gli applausi del pubblico salutavano una scena del film, sempre la stessa scena. La tempesta di neve? No. Un episodio tragico? Una prodezza sportiva? Nemmeno. Salutavano un paesaggio. Sulla riva di un fiume calmo e liscio, dei salici fremevano lievemente e l’erba alta dei prati non falciati si piegava sotto la brezza estiva. […]
È quello che farò sicuramente per Itto, in cui il Marocco, […] occupa il posto di una radiosa vedette. Al di sopra di una città rosa – Marrakech – al di là delle palme, l’Atlante innalza una barriera d’argento, denti nevosi che mordono un cielo pallido, che l’eccessiva luce imbianca. […]
Come ogni volta che il cinema, rompendo le proprie catene, evade dalla scenografia artificiale e dagli ‘interni’, sembra che gli interpreti di Itto si pieghino ai grandi ritmi naturali, recuperino una sorta di modestia e di lealtà che li onora. Tra i cieli vasti, i massi irti, le vallate dove l’improvvisa fioritura dei mandorli rimpiazza la neve appena scioltasi, si svolge la toccante e autentica storia di Itto, figlia di Hamon, che si oppose tenacemente alla nostra penetrazione in Marocco. Truppe colorate, le tribù indigene riunite da caid amici, ricreano sotto i nostri occhi il combattimento e la disfatta di Kemra, l’esodo delle popolazioni civili, il loro lento sfilare impassibile, il fiume di fuggitivi che trascinano con sé bambini, donne e greggi…
Gli aspetti pacifici della vita araba, più facili da realizzare, sono di un’autenticità non meno sorprendente. Ho rivisto, là, gli equivoci danzatori chleuh, dalle guance pallide e delicate; i serpenti incantati di Djemma-el-Fna, i guaritori, i mercati indigeni e la loro nube di polvere rosa, tutte le immagini che mescolano a un dramma sobrio e possente, la varietà, lo splendore fotografico di un documentario incomparabile.
Colette, Le Maroc, radieuse vedette d’Itto (Il Marocco, radiosa vedette di Itto), “L’Intransigeant”, 16 marzo 1935, tr. it. in Colette. Una scrittrice al cinema, a cura di Paola Palma, Temi, Trento 2010