I REMEMBER MAMA

George Stevens

Sog: dalla pièce omonima (1944) di John Van Druten e dal romanzo Io e la mamma (Mama’s Bank Account, 1943) di Kathryn Forbes. Scen: DeWitt Bodeen. F: Nicholas Musuraca. M: Robert Swink. Scgf: Albert D’Agostino, Carroll Clark. Mus: Roy Webb. Int: Irene Dunne (Mama, Marta Hanson), Barbara Bel Geddes (Katrin Hanson), Oscar Homolka (Chris Halvorsen), Philip Dorn (Lars Hanson), Sir Cedric Hardwicke (Jonathan Hyde), Edgar Bergen (Peter Thorkelson), Rudy Vallee (Dr. Johnson), Barbara O’Neil (Jessie Brown Halvorsen), Florence Bates (Florence Dana Moorhead), Peggy McIntyre (Christine Hanson). Prod: George Stevens, Harriet Parsons per RKO Radio Pictures. 35mm.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Quando la macchina da presa nella prima inquadratura arretra da una veduta panoramica di San Francisco avvolta nella nebbia per ritrovarsi in una modesta soffitta dove Katrin (Barbara Bel Geddes) batte a macchina l’ultima riga del suo romanzo, nella vita di Stevens si apre un periodo straordinariamente fertile che si concretizzerà in un quartetto di capolavori diretti uno dopo l’altro in soli cinque anni. Di ritorno dalla guerra, stremato, persuaso che la sua carriera fosse giunta al capolinea, Stevens si rivelò invece in forma smagliante. Prima del coinvolgimento di Stevens la produzione del film era stata segnata da alcuni eventi cruciali. La principale fonte letteraria, il romanzo semi-autobiografico di Kathryn Forbes sulla vita di una famiglia d’immigrati norvegesi a San Francisco, era stata acquistata dalla RKO nel 1942 e assegnata allo sceneggiatore Dewitt Bodeen (noto per i film dell’orrore di Val Lewton). Nel frattempo la storia aveva ispirato nel 1944 il musical di Broadway I Remember Mama, di John Van Druten. Perciò Bodeen scrisse due diverse stesure, prima e dopo aver visto lo spettacolo. (Nel film Oscar Homolka riprese il ruolo già interpretato a teatro). Quando fu respinta la richiesta di Marlene Dietrich di impersonare Mama e la RKO non riuscì a convincere Greta Garbo, la scel ta cadde su Irene Dunne. L’attrice chiese che la regia fosse affidata a Stevens. Allora gli studios, dove Stevens aveva diretto il suo primo film, lo presero in prestito dalla Liberty Films. Lui non si limitò alla regia, ma come di consueto scrisse altro materiale e produsse il film. Qui, con la sua regia limpida e la ricchezza dei dettagli, Stevens si confronta con grandi maestri come Henry King ma anche con giganti contemporanei come Orson Welles. Il suo sguardo nostalgico sul passato – con gli specchi, la voce narrante e i soffitti bassi delle case dell’infanzia – è declinato in chiave wellesiana. La trama ha una struttura episodica che fa risaltare su uno sfondo all’apparenza banale i dettagli più crudi, animati da personaggi che, per citare Donald Richie, si muovono sulla pellicola come se fossero vivi. Il tragico isolamento dell’individuo, esplorato nei film di Stevens da Alice Adams in poi, diventa il tema centrale. È nato un gigante.

Ehsan Khoshbakht

Copia proveniente da

Per concessione di Lobster Films