I Figli Di Nessuno
Sog.: Dal Dramma Omonimo Di Vittorio Salvoni E Ruggero Rindi; Scen.: Aldo De Benedetti; F.: Rodolfo Lombardi; Mo.: Mario Serandrei; Scgf.: Ottavio Scotti; Mu.: Salvatore Allegra, Canzoni Di Cesare A. Bixio, Cantate Da Giorgio Consolini; Int.: Amedeo Nazzari (Conte Guido Canali), Yvonne Sanson (Luisa Fanti), Francoise Rosay (Contessa Elisabeth Canali), Folco Lulli (Anselmo Vannini), Enrica Dyrell (Elena), Teresa Franchini (Marta), Gualtiero Tumiati (Don Demetrio), Alberto Farnese (Poldo), Enrico Olivieri (Bruno), Rosalia Randazzo (Alda), Olga Solbelli (Madre Superiore), Enrico Glori (Rinaldi), Nino Marchesini (Dottore), Giulio Tomassini (Antonio), Aristide Baghetti (Padre Di Luisa), Giorgio Consolini (Camionista Cantante); Prod.: Goffredo Lombardo Per Labor Film E Titanus; Pri. Pro.: 25 Novembre 1951 35mm. D.: 105′. Bn.
Scheda Film
“Si assiste ne I figli di nessuno a una straordinaria amplificazione sinfonica e lirica dei temi e delle situazioni presenti in tutta la serie. Queste sono qui spinte all’estremo limite d’intensità, dove già irrompe una punta di delirio barocco, che si manifesterà pienamente in Torna, il quinto film della serie e l’unico a colori. All’opposto della condensazione drammatica di Catene, il Tempo gioca ne I figli di nessuno un grande ruolo e la forza melodrammatica del racconto progredisce attraverso una profusione di avvenimenti che la alimentano e donano al film un autentico aspetto romanzesco. La natura ha una grande importanza nel dramma, e le montagne, le caverne di Carrara serrano l’azione conferendole una sorta di ampiezza tragica. Il tema della separazione dei protagonisti (fondamentale in tutta la serie) conosce anch’esso un’espressione limite ne I figli di nessuno perché nella maggior parte delle sequenze i tre eroi (il padre, la madre e il figlio) conducono una vita separata, incrociano il cammino degli altri due senza riconoscerli o essere riconosciuti da loro. (…) La Titanus aveva già prodotto con successo negli anni Venti un adattamento del romanzo di Ruggero Rindi, I figli di nessuno, 1921, diretto da Ubaldo Maria Del Colle e interpretato da Leda Gys nel ruolo di Luisa. (…) L’azione è abbastanza simile a quella della versione del 1951, ma sarà condensata magistralmente da Aldo De Benedetti e Matarazzo. Nella versione muta, il personaggio di Luisa muore alla fine, mentre Matarazzo e Aldo De Benedetti scelsero di lasciarla in vita, senza dubbio per non far morire l’attrice in quanto eroina della serie (…). Un altro adattamento del romanzo di Rindi, ugualmente prodotto dalla Titanus, L’angelo bianco, fu diretto da Giulio Antamoro e Federico Sinibaldi (1943)”.
Jacques Lourcelles, Dictionnaire du cinéma, Laffont, Paris, 1992