I FIDANZATI DELLA MORTE

Romolo Marcellini

Sog.: Romolo Marcellini. Scen.: Romolo Marcellini, Franco Solinas, Jacques Remy, Nicola Ferrari, Gino De Sanctis. F.: Aldo Giordani. M.: Eraldo Da Roma. Mus.: Angelo Francesco Lavagnino. Int.: Sylva Koscina (Lucia), Rick Battaglia (Carlo), Margit Nünke (Giovanna), Gustavo Rojo (Piero), Hans Albers (Lorenzo), Carlo Ninchi (Parisi), Geoffrey Duke, Libero Liberati, Bill Lomas, Enrico Lorenzetti, Pierre Monneret (campioni di motociclismo). Prod.: Sirio Film. DCP. D.: 87’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Qualche anno prima del suo più grande successo, La grande Olimpiade, documentario dedicato ai giochi romani del 1960 candidato all’Oscar nel ’61, Romolo Marcellini gira I fidanzati della morte. Un film di finzione, stavolta. Una storia di amore, rivalità e passione, nel popolarissimo mondo del motociclismo. Una finzione ambientata dal vero, però, durante le più importanti corse motociclistiche, come la leggendaria Milano-Taranto e il Motomondiale a Monza. “I fidanzati della morte è un film che già da qualche anno desideravo girare, e finalmente ce l’ho fatta. […] Con quest’opera voglio rendere un servizio al motociclismo e allo sport del motore, attenendomi rigorosamente alla realtà già di per sé emozionante delle competizioni motociclistiche”. Tutto così vero da avere coinvolto molti dei più grandi piloti degli anni Cinquanta nelle riprese: Geoffrey Duke, Libero Liberati, Bill Lomas, Enrico Lorenzetti e molti altri. “Il primo grande film sul motociclismo”, lo definì la stampa, con una distribuzione e un cast internazionali (accanto a Sylva Koscina e Rik Battaglia ci sono Hans Albers alla sua ultima apparizione, Gustavo Rojo e Margit Nünke). Ma dopo il ’57 I fidanzati ‘scompare’ per quasi sessant’anni. Rimane però nella memoria, solleticando la fantasia di generazioni di appassionati di motori. Oggi viene riproposto dalla Rodaggio Film dopo il restauro, realizzato grazie a un’operazione di crowdfunding con migliaia di sostenitori e centinaia di donatori da ventidue paesi diversi. Cosa rende unico questo film, ancora oggi? Il 1957 è l’anno spartiacque nella storia delle due ruote: le maggiori case motociclistiche italiane – Guzzi, Gilera e Mondial – all’apice di successi e innovazioni a livello mondiale, si ritirano dalle competizioni internazionali. Inoltre dopo la tragedia della Mille Miglia, vengono vietate le seguitissime gare su strada: Marcellini filma perciò l’ultima epica Milano-Taranto, una gara tanto pericolosa quanto simbolica nel suo unire nord e sud a colpi di benzina e modernità.

I fidanzati della morte fotografa, a colori e in Totalscope, sia un momento irripetibile della storia industriale italiana, che un leggendario canto del cigno della storia del motociclismo. Fosse stato girato due anni dopo, o due anni prima, questo film non avrebbe lo stesso valore.

Alessandro Marotto

 

La recensione su Cinefilia Ritrovata

Copia proveniente da

Restaurato nel 2017 da Rodaggio Film presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata a partire dal negativo originale e da una copia positiva d’epoca conservata presso CSC – Cineteca Nazionale