Affascina vedere come Ozu, all’inizio della sua carriera, fosse distante dall’austero regista con macchina da presa fissa e lunghe ininterrotte inquadrature cui ci ha abituati la sua produzione del dopoguerra. […] Carrellate, panoramiche, movimenti fluidi; un montaggio spesso veloce e ritmico con frequente uso di campo/controcampo; angoli di ripresa che si allontanano dall’altezza tatami che in seguito sarà cara al regista. Hijosen no onna si apre con una vertiginosa inquadratura dall’alto di persone che si recano in ufficio, e subito dopo una rapida carrellata riprende una fila di dattilografe che pigiano alacremente sui tasti delle loro macchine da scrivere. Più tardi una scena viene inquadrata nello specchietto laterale di una limousine in corsa. […]
Il “più giapponese di tutti” i registi, come lo definì Donald Richie, qui esibisce apertamente le sue influenze americane. […]
Tuttavia, parlare di ‘film gangster’ incoraggia aspettative lievemente fuorvianti.
Non ci sono gli inseguimenti ad alta velocità, i rapidi scambi di battute o le raffiche di mitragliatore Thompson di Piccolo Cesare, Nemico pubblico o Scarface. […]  Ozu conosceva sicuramente i cicli hollywoodiani sulla criminalità organizzata a lui coevi, ma il modello sembrano essere film leggermente precedenti di Josef von Sternberg (I dannati dell’oceano, Le notti di Chicago) con la loro atmosfera cupa e malinconica. […] L’infatuazione di Ozu per i film di gangster ebbe vita breve; Hijosen no onna è la sua ultima escursione nel genere, e ripropone elementi narrativi di Hogaraka ni ayume (Passeggiate allegramente!) ma in un clima più tetro che lo avvicina maggiormente ai modelli americani. Ancora una volta un piccolo capobanda si scopre attratto da una ragazza semplice e virtuosa, ma in questo caso sarà la rivale di lei, la ‘ragazzaccia’ del titolo (la grande Kinuyo Tanaka in uno dei primi ruoli da protagonista), a salvarlo. Nel ruolo del suo ragazzo, Joji Oka ha qualcosa della serietà piena di sentimento del giovane Henry Fonda. La sceneggiatura è firmata dallo stesso Ozu, con lo pseudonimo anglo-giapponese di James Maki.

Philip Kemp, The Way of the Gun, “Sight & Sound”, n. 4, aprile 2013