HELLER IN PINK TIGHTS

George Cukor

Sog.: dal romanzo Heller with a Gun (1955) di Louis L’Amour. Scen.: Dudley Nichols, Walter Bernstein. F.: Harold Lipstein. M.: Howard Smith. Scgf.: Hal Pereira, Gene Allen. Mus.: Daniele Amfitheatrof. Int.: Sophia Loren (Angela Rossini), Anthony Quinn (Tom Healy), Margaret O’Brien (Della Southby), Steve Forrest (Clint Mabry), Eileen Heckart (Lorna Hathaway), Ramon Novarro (DeLeon), Edmund Lowe (Manfred Montague), George Matthews (Sam Pierce), Edward Binns (sceriffo Ed McClain), Warren Wade (Hodges). Prod.: Carlo Ponti, Marcello Girosi per Ponti-Girosi Productions, Paramount Pictures. 35mm. D.: 100’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Film meteora, unico western in un’opera consacrata alla commedia di costume o al dramma sentimentale, Il diavolo in calzoncini rosa innesta sullo scenario ‘vero’ e ‘situato’ di un mondo in trasformazione l’universo illusorio e scintillante della féerie teatrale. Intorno a Sophia Loren, qui nel suo ruolo migliore, quello di Angela Rossini, attrice di una troupe itinerante, l’autore intesse variazioni sottili e tenere, e al rigore di un paese poco propizio al sogno contrappone il sinuoso dispiegarsi di un intrigo dai risvolti melanconici. Un western, certamente, poiché Cukor ricrea il ritratto di una piccola città dove dei gunfighters si sparano addosso fucilate senza pietà e dove si cammina nel fango delle strade. La scelta stessa di un gruppo di attori ambulanti come nucleo tematico riflette un profondo rispetto del passato: in quel tempo, difatti, non era raro vedere recitare una pièce un giorno in una città, un giorno in un’altra. Ma subito il realismo viene trasceso in momenti di pura poesia, per esempio quando Angela recita la parte di Mazeppa la cui esistenza si frange quasi di magia, situandosi da quel momento fuori dello spazio e del tempo, o quando selvaggi indiani spuntano in cima alla collina e giocano con veli di seta variopinti e scintillanti al sole, e rozzi cowboy si lasciano sedurre dall’eleganza di una posa o dai riflessi cangianti di una stoffa. In questi momenti Cukor sfiora il mistero della bellezza e, sul suolo aspro e pietroso del deserto, ricrea un mondo di grazia squisita, inalterabile.

Bernard Cohn in Il Western, a cura di Raymond Bellour, Feltrinelli 1973

Copia proveniente da

per concessione di Park Circus