GHATASHRADDHA
T. int.: The Ritual. Sog.: dal racconto omonimo di U.R. Ananthamurthy. Scen: Girish Kasaravalli. F.: S. Ramachandra. M.: Umesh Kulkarni. Mus.: B.V. Karanth. Int.: Meena Kuttappa (Yamunakka), Narayana Bhatt (Shastri), Ajith Kumar (Naani), Ramakrishna, Shantha, Ramaswamy Iyengar, Jagannath, Suresh, H.S. Parvathi. Prod.: Sadananda Suvarna per Suvarnagiri Films. Bn
Scheda Film
Avevo letto Ghatashraddha, il racconto di uno dei nostri maggiori autori, U.R. Ananthamurthy, quando ancora andavo al liceo. Mi colpì profondamente per la sua intensità emotiva, e mi resi conto di quanto fosse ben strutturato. Il Ghatashraddha è un antico rito praticato dalla casta dei bramini. Solitamente eseguito dal figlio durante la cerimonia funebre dei genitori, oppure, in assenza di figli maschi, dai genitori stessi ancora in vita, consisteva nella rottura di un vaso di terracotta. Ironicamente, quello che era stato a lungo un rito di emancipazione, divenne in seguito un rito di repressione utilizzato dai bramini per ostracizzare le donne che si ribellavano alla dominazione maschile. Nel racconto, l’oppressione di Yamunakka da parte dell’ortodossia bramina e quella di Naani da parte dei suoi colleghi sono collegate in maniera così organica che la sfera personale e quella politica si fondono con naturalezza.
Il culto della fertilità è centrale: in apparenza celebrato dalla società indiana è in realtà detestato da molti. Nel concepire lo stile del film insieme a mio fratello e ad altri artisti visivi della regione del Karnataka, ho sentito la necessità di far luce sul culto della fertilità e sull’arte Kundalini. E così il ventre, il vaso, il serpente, i riti e i suoni hanno costituito gli elementi espressivi primari della struttura del film. Molte delle opere in lingua kannada realizzate durante quella stagione di rinnovamento ruotano attorno all’ingiustizia commessa contro gli individui nel nome della casta e della religione. Iniziato alla fine degli anni Sessanta, il nostro movimento trasse molta della sua forza intellettuale dalle idee del partito socialista indiano e fu profondamente influenzato da personalità come Ram Manohar Lohia, filosofo politico, eminente figura dell’epoca nonché socialista gandhiano. Come molti altri pensatori, Lohia ipotizzò che nella società indiana il sistema gerarchico delle caste fosse soffocante quanto la struttura di classe. Nel film ho tentato di tessere assieme queste idee, prospettive e preoccupazioni all’interno di una storia profondamente umana, nella speranza che avesse sugli spettatori una presa emotiva e intellettuale
Girish Kasaravalli
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