FLUCHTWEG NACH MARSEILLE – Prima parte
Scen.: Ingemo Engström, Gerhard Theuring. F.: Axel Block. M.: Heidi Murero, Elke Hager. Mus.: Pablo Casals. Int.: Ruth Fabian, Peter Gingold, Alfred Kantorowicz, Ernst Erich Noth, Ida Pozner, Vladimir Pozner (se stessi), Reinhart Firchow, Hildegard Schmahl (voci narranti), Rüdiger Vogler, Katharina Thalbach. Prod.: Ingemo Engström, Gerhard Theuring, Christhart Burgmann, Annelen Kranefuss per Theuring-Engström-Filmproduktion, IFAG-Filmproduktion GmbH. DCP. Col.
Scheda Film
Il romanzo Transit (1944) di Anna Segher è il filo conduttore di questo film-saggio sugli esiliati tedeschi in Francia e la loro fuga a Sud dopo la marcia su Parigi di Hitler. Ma Fluchtweg nach Marseille non è né un adattamento né un documentario: gli attori recitano e reagiscono a brani del romanzo. Testimoni oculari raccontano. Documenti dell’epoca nazista sono contrapposti a immagini di luoghi e paesaggi in cui gli scenari di persecuzione e fuga tornano a tormentare sia i registi che noi. È una ricerca di prove che intreccia fatti, ricordi personali e riflessioni sia letterarie che visive.
Anke Hahn
Il tema del film è la fuga degli emigrati tedeschi in Francia nel 1940-41. Descrive una ricerca storica che si svolge sullo sfondo di paesaggi e città che furono testimoni di scene di persecuzione. […]
Il sottotitolo del film ha una sua storia: Images from a working journal (1977) on the novel Transit (1941) by Anna Seghers è un omaggio al diario di lavoro di Brecht e allo stesso tempo descrive un metodo che è sempre apparso estremamente fruttuoso. Ricava la sua energia dagli spazi che si aprono in una sequenza di momenti. In Brecht è un insieme di appunti di lavoro, fotografie di giornali e immagini personali. I materiali assemblati sono raramente commentati, eppure i legami specifici sono immediatamente chiari a chiunque cerchi una connessione tra gli appunti di Brecht, i testi e le fotografie dei quotidiani. Anche quando – com’è spesso il caso, e sono i punti più rivelatori – la connessione è una mancanza di connessione […].
Trovare una connessione tra un work in progress (1977) e una fonte (1941) è stato insieme semplice e complicato. Il punto d’intersezione è stato rapidamente individuato in un’idea. Ma le ricerche, le decisioni e le invenzioni necessarie a renderle giustizia sono state tanto più esitanti, anche se piacevoli. Per trattare con serietà quel materiale bisognava innanzitutto allontanarsene, fare scelte personali. I brani dovevano essere visti come semplici citazioni, niente di più.
Ingemo Engström, Gerhard Theuring, Escape Route to Marseilles, “Framework: The Journal of Cinema and Media”, n. 18, 1982