ESTERINA

Carlo Lizzani

Ass. regia: Giuliano Montaldo. Sog.: Giorgio Arlorio. Scen.: Ennio De Concini. F.: Roberto Gerardi. M.: Mario Serandrei. Scgf.: Nedo Azzini. Mus.: Carlo Rustichelli. Int.: Carla Gravina (Esterina), Geoffrey Horne (Gino), Domenico Modugno (Piero), Anna Maria Aveta (moglie di Piero), Silvana Jachino (la padrona di casa), Raimondo Van Riel (lo sfrattato), Sandro Merli (il capo dell’officina), Mario Mazza (il motociclista profittatore). Prod.: Alfredo Guarini per Italia Produzione Film e Gray Film. DCP. D: 93’. Bn

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Carlo Lizzani, Giorgio Arlorio ed Ennio De Concini, rispettivamente regista, autore del soggetto e della sceneggiatura, concepiscono Esterina come uno spaccato dell’Italia che sta cambiando e si affidano alla struttura del road movie, all’epoca assai poco frequentata nel cinema italiano, proprio come elemento di rottura narrativa. Si vedono citta in costruzione (il quartiere Falchera di Torino), strade che iniziano a diventare affollate di mezzi, ragazze che vogliono fuggire dall’ambito famigliare, porti che ospitano mille attività, officine che lavorano soprattutto sui veicoli a motore. Domenico Modugno, mentre interpreta il film, progetta con Arlorio un soggetto di fantascienza che non si realizzerà mai. Alla Mostra di Venezia fu molto apprezzato da Rene Clair, che si complimento personalmente con Lizzani, ma non vinse perché chiuso da due film italiani importanti come Il generale Della Rovere e La grande guerra. Primo ruolo da protagonista per Carla Gravina, scelta da Lizzani perché “sembrava francese”. Modugno, già famoso per Nel blu dipinto di blu, accetta di interpretare il film perché “gli piace il gruppo che si è formato” e compone appositamente Una testa piena di sogni. De Concini suggerisce di ambientare il secondo tentativo di suicidio della protagonista alle cascate di Monte Gelato nel comune di Mazzano Romano; le conosceva molto bene perché li sono state girate scene in tutti i film mitologici, filone inventato dallo stesso De Concini con Le fatiche di Ercole. Giuliano Montaldo, aiuto regista del film, ricordava che fecero i sopralluoghi in quattro su una Seicento, con il direttore di produzione che pregava di non puntare le ginocchia sul sedile perché si poteva rovinare.

Steve Della Casa

Copia proveniente da

Per concessione di Compass Film. Restaurato in 4K nel 2025 da CSC – Cineteca Nazionale in collaborazione con Compass Film presso il laboratorio CSC Digital Lab, a partire dai negativi scena e colonna sonora messi a disposizione da Compass Film