ELIPPATHAYAM
Scen.: Adoor Gopalakrishnan. F.: Mankada Ravi Varma. M.: M. Mani. Mus.: M.B. Srinivasan. Int.: Karamana Janardanan Nair (Unni), Sharada (Rajamma), Jalaja (Sreedevi), Rajam K. Nair (Janamma), Prakash, Soman, John Samuel, Balan K. Nair, Jaycee, Thampi. Prod.: K. Ravindranathan Nair per General Pics. DCP. Col.
Scheda Film
Come mai non reagiamo in modo naturale al mondo circostante? Questa domanda mi ha tormentato per molto tempo. La risposta che infine mi sono dato è semplice: se iniziassimo a reagire a ciò che ci circonda saremmo la causa di problemi piccoli e grandi. Così ci convinciamo che non ci siano questioni, il che equivale essenzialmente a soffocare il nostro bisogno di agire e reagire attraverso l’ascolto, la sensibilità, la condivisione.
La trama di Elippathayam ruota attorno a un uomo di mezz’età, Unni (Karamana Nair), capofamiglia in un contesto matrilineare nell’era post-feudale. Unni ha ereditato le vestigia del passato feudale ma non può contare sulla ricchezza su cui esse si fondano. Rifugge dagli istinti naturali del vivere e si nega la possibilità di adattarsi a un mondo in rapido cambiamento. Anche i suoi rapporti con la famiglia, costituita solo da tre sorelle, sono improntati alla chiusura. Come spesso accade agli individui deboli ed egocentrici, eredi di generazioni di agi e privilegi, Unni soffre di indecisione e di ansie schizofreniche.
Con Elippathayam ho cercato di rivolgere uno sguardo attento e crudele a un atteggiamento, uno stato d’animo. È un film sul cambiamento, un processo inevitabile e doloroso, e dato che la vittima è debole e impotente la sua resistenza al cambiamento è totale. La trama si articola attorno a una serie di partenze (simboleggiate dai topi e dagli umani che lasciano la vecchia casa), che segnano il passaggio da uno stato di prigionia a una condizione di libertà. Tra tutti i miei lavori Elippathayam è quello che sento più vicino. Non solo perché il film, ambientato in un remoto villaggio del Kerala, riflette fedelmente il contesto economico e sociale che mi appartiene, ma anche perché i personaggi sono ispirati da persone che ho conosciuto intimamente.
Adoor Gopalakrishnan
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