CEDDO

Ousmane Sembène

Scen.: Ousmane Sembène. F.: Georges Caristan, Orlando Lopez, Bara Diokhane, Seydina O. Gaye. M.: Florence Eymon, Dominique Blain. Scgf.: Alpha W. Diallo. Mus.: Manu Dibango. Int.: Tabara Ndiaye (principessa Dior Yacine), Alioune Fall (l’imam), Moustapha Yade (Madir Fatim Fall), Matura Dia (il re), Mamadou Ndiaye Diagne (il rapitore), Ousmane Camara (Farba Diogomay), Nar Modou (Saxewar), Mamadou Dioum (principe Biram), Oumar Gueye (Jaraaf), Ousmane Sembène (Ibrahima). Prod.: Filmi Doomi Reew. D.: 120’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Ben prima di tanti altri, il grande Ousmane Sembène (1923-2007), fondatore e per molti versi padre spirituale del cinema africano che collocò la Storia al centro di tutto il lavoro creativo, tentò di affrontare una delle più grandi tragedie della storia umana, la riduzione in schiavitù degli africani e la fine della loro sovranità per mano dell’Islam e del colonialismo euro-cristiano. È quindi opportuno, in occasione delle celebrazioni per il centenario della nascita del grande maestro, rivisitare uno dei suoi film più riusciti, Ceddo, restaurato di recente.
Ambientato in un periodo imprecisato tra il XVII e il XIX secolo, il film è incentrato sui Ceddo, “il popolo del rifiuto” che respinge un regime resosi complice dell’ascesa al potere del fanatismo islamico e del lento ma duraturo dilagare della schiavitù e del colonialismo euroamericano. Simbolo della coscienza critica del loro popolo, per esprimere il proprio scontento i Ceddo rapiscono la principessa Dior, membro della famiglia reale, e chiedono un cambiamento immediato nella gestione del sistema politico. Per questo saranno espulsi e costretti all’esilio e alla conversione religiosa. Ma il loro indomito spirito di resistenza entrerà nella storia e offrirà una speranza per il futuro dell’Africa e del mondo.
Sembène preferisce il minimalismo cinematografico agli effetti speciali, e dimostra assoluta maestria nella rappresentazione en plein air, dove esprime la sua agorafilia collocando la narrazione conflittuale in spazi aperti che fanno anche da luogo pubblico in cui discutere le tendenze contraddittorie di un dato sistema politico, in parte attraverso la messa in scena – con molteplici modalità di confronto – della leggendaria tradizione deliberativa e declamatoria africana.
Questo film non è solo una lezione magistrale di politica e di costituzionalismo africano, ma anticipa di due decenni tematiche e stili che Sembène esplorerà in film quali Guelwaar (1992) e Moolaade (2004) e sottolinea la fede del regista nell’umanesimo africano come via d’uscita dalle impasse passate, contemporanee ed eventualmente future del continente.

Aboubakar Sanogo

Copia proveniente da

Restaurato in 4K nel 2023 da Janus Films/The Criterion Collection, a partire dal negativo camera originale 35mm