CARAVAN

Erik Charell

Sog.: dal racconto Gypsy Melody di Melchior Lengyel. Scen.: Samson Raphaelson, Robert Liebmann, Hans Kraly. F.: Ernest Palmer, Theodor Sparkuhl. M.: Robert Bischoff. Scgf.: William Darling, Ernst Stern. Mus.: Werner Richard Heymann. Int.: Charles Boyer (Lazi), Loretta Young (contessa Wilma), Jean Parker (Timka), Phillips Holmes (Tenente von Tokay), Louise Fazenda (Bessie Opitz), Eugene Pallette (il capo degli zingari), C. Aubrey Smith (barone von Tokay). Prod.: Robert Kane per Fox Film Corporation. 35mm. D.: 103’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

La german connection della Fox ebbe inizio quando William Fox invitò F.W. Murnau a dirigere l’immenso Sunrise nel 1927, proseguì attraverso la collaborazione con il produttore Erich Pommer – che fondò Fox Europa quando i nazisti lo cacciarono dall’UFA – e si estese a una serie di contratti con insigni esponenti del cinema di Weimar, molti dei quali poterono così emigrare a Hollywood. Tra essi spiccava Erik Charell, brillante regista teatrale che era stato assistente di Max Reinhardt e aveva diretto uno dei migliori musical di Weimar, l’agrodolce operetta Der Kongress tantz (1931). A Hollywood la Fox Film concesse a Charell tutte le risorse di cui la compagnia in difficoltà poteva disporre e gli permise di chiamare il compositore Werner Richard Heymann, lo sceneggiatore Robert Liebmann e lo scenografo Ernst Stern. La sceneggiatura di due collaboratori di Lubitsch, Samson Raphelson e Hans Kraly, diede così vita a Caravan, il più grande musical di Weimar realizzato fuori della Germania. Buffa, sofisticata e agrodolce, la storia di una contessa ungherese (Loretta Young) che sposa d’impulso un violinista tzigano (Charles Boyer, che appare anche nella versione in lingua francese del film girata in simultanea) è piena di acute osservazioni su classe e razza nella vecchia Europa. Tuttavia gli spettatori americani respinsero il film senza pensarci due volte, forse perché lo sperimentato Charrell, ebreo e omosessuale, non era riuscito a concepire un lieto fine tradizionale che permettesse all’emarginato di vivere in eterna armonia con l’aristocratica. Visto oggi Caravan non è privo di difetti di gusto e senso della misura, ma resta un film coinvolgente e amaramente ironico, nonché una delle prime proteste cifrate di Hollywood contro Hitler. Restaurato a partire dall’unica copia nitrato di cui si abbia conoscenza, conservata nella collezione del MoMA.

Dave Kehr

 

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