BRINGING UP BABY

Howard Hawks

Sog.: dal racconto omonimo (1937) di Hagar Wilde. Scen.: Dudley Nichols, Hagar Wilde. F.: Russell Metty. M.: George Hively. Scgf.: Van Nest Polglase. Mus.: Roy Webb. Int.: Katharine Hepburn (Susan Vance), Cary Grant (dottor David Huxley, alias Mr. Bone), May Robson (Elizabeth Carlton Random), Charles Ruggles (maggiore Horace Applegate), Walter Catlett (Constable Slocum), Barry Fitzgerald (Aloysius Gogarty), Fritz Feld (dottor Fritz Lehman), Virginia Walker (Alice Swallow). Prod.: Cliff Reid, Howard Hawks per RKO Radio Pictures. DCP. D.: 98’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Celebre fiasco che col tempo è di­ventato – e continua a essere – un film di culto, Bringing Up Baby non fece perdere una montagna di soldi ma si limitò a passare inosservato. Come sempre fu Hepburn ad accollarsi gran parte della colpa, e il film contribuì alla famigerata etichetta di ‘veleno per il botteghino’ che le fu inflitta. In re­altà, uno degli aspetti più affascinan­ti di Hepburn è la sua disponibilità a superare i confini della simpatia. Non cerca mai la complicità del pubblico lanciando occhiate d’intesa. E la vedia­mo all’apice della sua follia e del suo coraggio nella stravaganza poetica del leggiadro slapstick con il paleontolo­go interpretato da Cary Grant e nella bizzarra mescolanza di seduzione e spietatezza che alimenta il loro duetto romantico. Se le commedie screwball resistono nel tempo per il loro modo di sovvertire i luoghi comuni delle storie d’amore convenzionali, Bringing Up Baby è forse la più scandalosa di tutte, e il suo ritmo forsennato è solo uno degli strumenti che Howard Hawks mette in campo in questa sua ode alla follia. Se Stevens infonde eros nell’inquadra­tura e nell’illuminazione di Hepburn, Hawks apprezza le donne che – come i suoi uomini – agiscono, mostrano co­raggio, dicono ciò che pensano.

Un’altra inversione di ruoli: a diffe­renza delle sue eroine abituali, indiffe­renti al denaro, Hepburn in Bringing Up Baby lo vuole eccome – e ne vuole tanto. È pronta a tutto per ottenerlo, anche a trasportare una tigre di nome Baby da New York al Connecticut, con l’aiuto profondamente riluttante di un compagno imbranato, anche lui a caccia di fondi. Questa volta è l’identità dell’uomo a essere in gioco. Nello scontro tra accademico antiqua­to e socialite che lo travolge come un rullo compressore, è lui a subire la tra­sformazione e a trovare il suo vero io: sotto le cure implacabili di lei, passerà attraverso varie incarnazioni – fidanza­to di una noiosa collega stakanovista, ‘gay’ travestito in vestaglia piumata e infine compagno forse romantico che, salito in cima al brontosauro che lei farà crollare, dice “Ho appena scoper­to che è stata la giornata più bella della mia vita” e (con un gemito) “Penso di amarla”.

Molly Haskell

Copia proveniente da

Per concessione di Blackhawk Films