BLACK FANTASY

Lionel Rogosin

F.: J. Robert Wagoner. M.: Louis Brigante. Int.: Jim Collier, Ellie Fiscalini, Elena Hall, Hollis Hanson, Denise Hogan-Bey, Roy Corsell, Dean Preece, Michael Rogosin, Lionel Rogosin (se stessi). Prod.: Rogosin Films. DCP. D.: 80’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

“In una società razzista essere un nero sposato con una bianca significa non poter avere alcun tipo di seria relazione insieme, di vera fiducia reciproca. I miei amici neri odiano lei e non la capiscono, odiano me perché sto con lei, ci temono e ci invidiano. Ma c’è la remota possibilità che si sia innamorati e che si possano superare quegli ostacoli culturali.”

Jim Collier

Basato sulle vere esperienze di Jim Collier, giovane musicista nero americano, Black Fantasy combina realtà fattuale e fantasia poetica per esprimere intimamente cosa significhi essere nero nella società bianca contemporanea, e, nel caso specifico, essere nero e sposato con una donna bianca. Il monologo improvvisato di Collier sulla sua realtà psicologica costituisce la struttura di fondo del film. Le immagini delle sue fantasie, abilmente intrecciate a scene in cui Collier parla direttamente alla macchina da presa, esplorano ulteriormente l’esperienza di un individuo nero i cui pensieri e sentimenti sono invariabilmente filtrati attraverso una coscienza razziale impostagli dalla società e dalle circostanze. Girato per strada e in vari loft nell’area di New York e accompagnato da musiche originali che sottolineano l’intensità delle emozioni insite nell’esperienza di Collier, Black Fantasy è il resoconto molto personale dei conflitti amorosi ed esistenziali di un uomo. […]
La vita diventa un tessuto di paranoie, prodotto dall’intenso clima di ostilità e dall’angoscia straziante di essere nero in un mondo di bianchi. Per sopravvivere Collier impara a controllare le emozioni violente e distorte che sostengono la sua vita: la rabbia e il risentimento che indirizza attraverso sua moglie – odiandola perché così bianca – alla società bianca che opprime la sua razza. […] Ma nel labirinto infernale di una società razzista Collier e la sua donna bianca hanno attinto alla straordinaria forza e determinazione del loro amore per sopportare gli sguardi indignati, tollerare l’odio e allontanare la fatica di sapersi costantemente messi in mostra.

Dal pressbook ufficiale del film, 1972

Copia proveniente da

Restaurato nel 2024 da Cineteca di Bologna presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata a partire dall’invertibile originale e dal negativo colonna 16mm conservati presso Anthology Film Archives.