ARRAPAHO

Ciro Ippolito

Sog.: Ciro Ippolito. Scen.: Ciro Ippolito, Daniele Pace, Silvano Ambrogi. F.: Giuseppe Bernardini. M.: Carlo Broglio. Scgf.: Riccardo Buzzanca. Mus.: Toto Savio. Int.: Urs Althaus (Arrapaho), Daniele Pace (Palla Pesante), Alfredo Cerruti (narratore), Tini Cansino (Scella Pezzata), Armando Marra (Cavallo Pazzo), Giancarlo Bigazzi (uomo sulla slitta), Marta Bifano (Berta), Gigio Morra (Pierpaolo). Prod.: Cirro Ippolito per Lux International DCP. D.: 99’. Col

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

La bellissima Scella Pezzata, figlia di Palla Pesante, capo tribù dei Cefaloni, è promessa a Cavallo Pazzo, ma è innamorata di Arrapaho, figlio di Mazza Nera, capo tribù degli Arrapaho. Ma anche Luna Caprese della tribù Frocheyenne è innamorato di Arrapaho. Definito negli anni “l’oscenità al grado infantile (rumori compresi)” (Oreste Del Buono), “il più brutto film della storia del cinema italiano” (Morando Morandini), “capolavoro assoluto del cinema trash” (Roberto Poppi), Arrapaho è un folle western gay-demenzial-musicarello da subito amato dai ragazzacci degli anni Ottanta e poi cresciuto nel culto che giocava apertamente col trash, il basso costo, il cinema alla Monty Python. Tutto si deve dall’incontro tra il regista e produttore napoletano Ciro Ippolito, gran nome del cinema popolare, dopo Alien 2 Sulla Terra e i film di Mario Merola, e il gruppo musicale, allora attivissimo, degli Squallor, formato da Daniele Pace, Toto Savio, Alfredo Cerruti, Giancarlo Bigazzi, veri musicisti e discografici che giocavano col demenziale e avevano pubblicato l’album Arrapaho solo l’anno precedente. Nessuno aveva mai tentato un’operazione simile e nessun produttore, a cominciare da Goffredo Lombardo della Titanus, che poi produrrà il secondo film degli Squallor con Ciro Ippolito, Uccelli d’Italia, volle coprodurlo o distribuirlo. Girato in quindici giorni nei dintorni di Roma, con qualche repertorio riciclato da altri western, si avvale di un cast capitanato dall’attore svizzero Urs Althaus e dalla greca Tini Cansino, già stellina di Drive In, ai quali si uniscono gli stessi Pace e Cerruti, caratteristi del western, del cinema felliniano e della scena napoletana. Uscito a Ferragosto a Viareggio e in altre zone balneari, distribuito dallo stesso Ippolito, malgrado le pessime recensioni dei critici, diventa un successo immediato e, negli anni, un vero e proprio oggetto di culto. Grande prova di Pace&Co., che danno vita a volgari ma fantastici monologhi sulle abitudini delle tribù indiane degli Arrapaho e dei Frocheyenne. Grande anche il totem fallico della tribù degli Arrapho. La storia è percorsa da parodie di spot dell’epoca e da spezzoni di finta tv come un pre-blob. Celebre la frase di lancio: “Ciao! Vediti Arrapaho!”.

Marco Giusti

Copia proveniente da Ciro Ippolito per concessione di Popfilm