Dom

28/06

Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni > 18:15

Presentazione del Dvd ASSUNTA SPINA

Presentazione del DVD di Assunta Spina a cura di Giovanni Lasi (Edizione Cineteca di Bologna)

 

ASSUNTA SPINA
(Italia/1915) R.: Gustavo Serena, Francesca Bertini. D.: 67’. Did. Italiane [V.O. SOTT]

Cast & Credits
Sog.: dal dramma omonimo di Salvatore Di Giacomo (1909). Scen.: Gustavo Serena, Francesca Bertini. F.: Alberto Carta. Scgf.: Alfredo Manzi. Int.: Francesca Bertini (Assunta Spina), Gustavo Serena (Michele Boccadifuoco), Carlo Benetti (don Federigo Funelli), Alberto Albertini (Raffaele), Antonio Cruicchi (padre di Assunta), Amelia Cipriani (Peppina), Alberto Collo (una guardia). Prod.: Caesar Film · DCP e 35mm. L.: 1368 m (l. orig.: 1690 m). D.: 67’ a 18 f/s. Imbibito e virato.

Assunta Spina è certamente uno dei film memorabili del cinema muto italiano. Tratto dall’omonimo dramma di Salvatore Di Giacomo, rappresenta l’eccellenza del fortunato sodalizio tra il cinematografo e il repertorio drammatico verista italiano che prende corpo alla metà degli anni Dieci e che ha come film capostipite il mitico, e oggi purtroppo disperso, Sperduti nel buio.
Assunta Spina viene girato nell’autunno del 1914 a Napoli e durante le riprese la città diventa la protagonista non accreditata: il film ne riflette l’anima profonda, ne scruta ogni suo aspetto, restituendo con realismo la serenità e la bellezza degli angoli pittoreschi, la frenesia caotica dei quartieri e dei mercati rionali, ma anche la fatiscenza e il degrado dei sobborghi popolari. Allo stesso modo il film mette a nudo lo spirito dei napoletani, sottolineandone l’esuberanza, la passionalità, ma anche lo spirito vendicativo e le reazioni smodate che spesso degenerano in violenza. Un quadro certamente stereotipato, ma che si riscatta dal luogo comune attraverso la verità della macchina da presa, attraverso lo sguardo neutro con cui si fissano le facciate cadenti delle case popolari, la povertà degli ambienti malsani, i volti dei passanti inconsapevoli, le movenze impacciate delle comparse improvvisate.
L’immagine cruda della città si intravede al di là del primo piano, alle spalle di Francesca Bertini e Gustavo Serena che, con altrettanta sincerità, mettono in scena il dramma della stiratrice di Salvatore Di Giacomo e l’atavico conflitto delle passioni umane, perennemente in bilico tra amore e morte. Ma non sono solo la Bertini e Serena i protagonisti del film: lo scialle della sfortunata protagonista, nelle mani sapienti della Bertini, si anima e diventa una sorta di metronomo del dramma in atto, che scandisce plasticamente i vari stadi della tragedia che si sta consumando.
Francesca Bertini è il vero deus ex machina di Assunta Spina: quando il produttore Barattolo le offre la parte della stiratrice, ruolo che l’attrice napoletana aveva interpretato al suo debutto teatrale, la Bertini accetta, ma solo a patto che le sia affidata la regia del film. È un azzardo che si rivela vincente: a fianco del fido operatore Alberto Carta, la Bertini mette in luce un’imprevedibile sensibilità nella messa in scena, nella scelta delle inquadrature, nella gestione degli attori, rivelando un talento insospettabile anche in un ambito per lei del tutto inconsueto.

Giovanni Lasi