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24/06

Piazza Maggiore > 21:45

La prima séance del 28 dicembre 1895 / CASQUE D’OR

Louis Lumière / Jacques Becker

Commento di Thierry Frémaux

Il 28 dicembre 1895 presentai i miei film nel salone sottostante il Grand Café del Boulevard des Capucines a Parigi. Quella rappresentazione fu il primo spettacolo di cinema del mondo. L’incasso ammontò alla somma ridicola di 35 franchi. L’industria del cinema ha debuttato su basi economiche poco confortanti!
(Louis Lumière)

 

Antoine Lumière si mette alla ricerca di un locale in cui proporre al pubblico proiezioni di ‘fotografie animate’. Esamina diverse soluzioni e si scoraggia quando gli viene segnalato, nel quartiere dell’Opéra, una sala secondaria del Grand Café, il Salon indien, un seminterrato precedentemente utilizzato come sala da biliardo. Su richiesta del gestore M. Borgo, il proprietario, M. Volpini, accetta di affittare la sala per ospitare la nuova attrazione, preferendo un fisso di 30 franchi al giorno rispetto a una percentuale del 20% sugli eventuali incassi (di incassi ce ne saranno, e M. Volpini farà il primo cattivo affare della storia del cinema). Ci si affretta per approfittare delle feste di fine anno, vengono diffusi alcuni inviti per sabato 28 dicembre 1895. Sul marciapiede del Boulevard des Capucines, lo striscione “CINEMATOGRAPHE LUMIÈRE. ENTRÉE UN FRANC” è sottolineato da un imbonitore. La sera della prima séance ci sono trentatré spettatori paganti per un programma di circa mezzora. E uno spettatore di rilievo: Georges Méliès. “Di fronte a questo spettacolo”, ha scritto, “restammo tutti a bocca aperta, stupefatti, sorpresi al di là di ogni immaginazione. Alla fine della rappresentazione fu un delirio, tutti si domandavano come fosse stato possibile raggiungere un risultato simile”. Nei giorni successivi, sono migliaia gli spettatori che scendono le scale del seminterrato di quello che oggi è l’hotel Scribe. E dopo il 28 dicembre? Si aprono sale un po’ ovunque: ancora a Parigi, Lione, più tardi nelle altre città francesi e presto in tutta Europa. Gli operatori Lumière si spargono in tutto il mondo alla ricerca di riprese in grado di rifornire le sale. Nove mesi dopo la séance inaugurale, ci sono notizie di una proiezione nel porto di Shanghai. Ecco la ‘vittoria’ dei Lumière: il cinematografo collettivo batte il Kinetoscope individuale perché gli spettatori volevano vedere ‘insieme un film sul grande schermo’ per condividere risate, lacrime e il loro sguardo sul mondo. Era questo che desideravano all’epoca, è questo che vogliamo ancora oggi. Lo spettacolo era permanente. E infatti continua.

(Thierry Frémaux)

Projection
Info

Friday 24/06/2016
21:45

Subtitle

Original version with subtitles

CASQUE D’OR

Film Notes

When I reviewed Casque d’or in England, I sought to identify the spark that makes Becker’s film shine so brightly and concluded that, in the end, it was due to “a pleasing attraction to facts and gestures”. With this phrase, I wanted to emphasise the complicity that exists between Becker and what we could term ‘the superficial’. This is not to say that he is a superficial director; rather that for him the superficial is never out of place. He is fascinated by objects and set design and the way in which they reveal the thoughts, convictions and emotions of the men and women who inhabit them. It is clear that such a talent works best with contemporary, rather than historical, stories and it is this that makes Casque d’or stand out compared to the director’s later films.
It is nevertheless notable that, despite his fascination with set design, Becker did everything he could to ensure that Casque d’or would be realistic, as is evident from the final sequences, which are as relentless and extraordinary as Rossellini at his best (a few scenes from Roma Open City and the final episode of Paisà), but which also possess a power that ensures his complete aesthetic control over the story.

Lindsay Anderson, Lettre anglaise sur Becker, “Cahiers du cinéma”, n. 28, November 1953

Cast and Credits

Scen.: Jacques Becker, Jacques Companéez. F.: Robert Le Febvre. M.: Marguerite Renoir. Scgf.: Jean d’Eaubonne. Mus.: Georges Van Parys. Int.: Simone Signoret (Maria, ‘Casco d’oro’), Serge Reggiani (Georges Manda), Claude Dauphin (Félix Leca), Raymond Bussières (Raymond), Gaston Modot (Danard), Loleh Bellon (Léonie Danard), Roland Lesaffre (Anatole), William Sabatier (Roland Dupuis), Claude Castaing (Frédo), Dominique Davray (Julie). Prod.: Robert e Raymond Hakim, Michel Safra, per Speva- Films e Paris-Films Productions. DCP. D.: 96’. Bn.

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