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25/06

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DOCUMENTI&DOCUMENTARI – GRANDE E PICCOLA STORIA

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Mercoledì 25/06/2025
15:30

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À LA MÉMOIRE DU ROCK

Scheda Film

Il film si apre con l’estratto di un articolo del 1961 di “France Soir” che ricorda il fermento sociale scatenato dal rock negli ultimi dieci anni, citando dibattiti tra sociologi e psichiatri per poi lasciare al lettore il compito di farsi un’idea. È lo stesso principio che François Reichenbach adotta con À la mémoire du rock: lasciare l’interpretazione del fenomeno allo spettatore e alla sua sensibilità. Ritratto poetico di una gioventù che si abbandona all’energia del rock nascente, il film risale alla fonte dell’espressione di libertà e del furore collettivo: la grande sala da concerto, in questo caso il Palais des Sports in cui si svolge una “Surboum Geante du Rock”, una mega festa rock. Anche se nei crediti o nella scheda tecnica del film compaiono i nomi di celebri rocker (Johnny Hallyday, Vince Taylor o Les Chaussettes noires), li si intravede senza riconoscerli, perché il nostro sguardo non si sofferma su di loro. Anche la musica rimane sullo sfondo: non è questo il soggetto di Reichenbach, che preferisce evocare sensazioni in altro modo – facendo dell’osservazione il cuore del suo lavoro e osservando con il cuore –, a stretto contatto con il pubblico, lo sguardo generoso rivolto ai giovani esseri sensibili che lo compongono. Il film è attraversato da una certa malinconia – una ballerina che si fa male, i ragazzi esausti, gli adulti preoccupati, il palco abbandonato dalle star… – fino alla fine, perché a un certo punto tutto questo deve finire, se necessario a colpi di manganello, e ciascuno deve tornare a casa. Il Quintetto per archi n° 5 di Boccherini accompagna i ricordi di danza e sudore, mentre Reichenbach cattura l’ultimo frammento di un’estasi che sfiora la gioia pura.

Matthieu Grimault

Cast and Credits

Scen.: François Reichenbach. F.: Jean- Marc Ripert. M.: Guy Gilles, Jacqueline Lecompte. Prod.: Pierre Braunberger per Les Films de la Pléiade. DCP. D.: 10’. Bn

NUS MASCULINS

Scheda Film

Attenzione, flower power ma in versione ‘interpretazione dei sogni’: e qui non si sognano fiori ma felci, come nella canzone Madame reve di Bashung. Secondo il dizionario dedicato, sognare una felce riflette gioia e felicità nelle relazioni personali. La felce nei sogni simboleggia protezione. Indica dolcezza e tenerezza nella propria vita. Presagisce un amore profondo e sincero. In alcuni casi, sognare una felce annuncia incontri nuovi e appaganti. Se invece la felce è secca, occorre fare attenzione alla propria salute. Come alla ricerca del fiore introvabile in un giardino segreto, tra pittura classica e art pompier alla Pierre et Gilles ante litteram, Francois Reichenbach filma i suoi compagni di viaggio e di cuore, i suoi Ganimede in Ektachrome, in tutta semplicità. Nus masculins è un home movie amoroso e tenero, ambientato nella natura, molto costruito e allo stesso tempo candido. Gay e senza scusarsene. Rebel without a cause. La felicità di essere nudi. Ammiccamento e pudore, senza complessi. Giochi di percorso e di sguardi compongono un erotismo che farebbe arrossire gli smaliziati come Jean Cocteau e Kenneth Anger. “Nelle preghiere che imprigionano e liberano”, ancora Bashung. Questo diario intimo era destinato a essere letto? Gus Van Sant conosce questo film?

“Dimension, Existence, Culture and Identity all splinter and are left behind. Pink Sound, brothers and sisters. Pinkness. It’s dark. It’s… flat. It is unexplainable… it is peaceful… it is love… …it is…” (Gus Van Sant, Pink, 1997).

Émilie Cauquy

Cast and Credits

F.: François Reichenbach. DCP. D.: 24’. Bn.

LE RETOUR

Scheda Film

Uno dei documenti più toccanti sulla sofferenza e la gioia umana emersi dalla Seconda guerra mondiale, Le Retour segue la liberazione e il viaggio verso casa dei prigionieri francesi liberati dai campi di concentramento nazisti tra agosto e ottobre 1945. Dai loro volti emaciati e increduli, alle convalescenze in ospedale, fino al ritorno a casa a piedi, in camion e in aereo, la macchina da presa cattura le loro intense espressioni di paura, trepidazione e felicita. I momenti di tensione ai posti di frontiera, il ponte aereo americano verso la Francia e i sorrisi timidi degli uomini mentre arrivano in treno e cercano volti familiari tra la folla sono resi in modo indimenticabile dall’occhio esperto di Cartier-Bresson, il quale, concentrandosi su questo singolo evento, ha detto più sulla separazione e la distruzione causate dalla guerra di quanto possano fare ore di filmati bellici. “Di fronte alla grande catastrofe e alla tragedia umana” osserva lo storico del cinema Richard Barsam, “l’artista spesso rimane muto; riflettendo, si rende conto che la semplicità è l’unico modo per cogliere la portata degli eventi che si svolgono davanti ai suoi occhi. Cartier-Bresson e un artista di questo tipo.”

Circulating Film Library Catalog, The Museum of Modern Art, New York 1984

Cast and Credits

Mus.: Robert Lannoy. Prod.: United States Information Services e Ministère Français des Prisonniers et Deportes. DCP. D.: 34’. Bn.

LA PARTENZA

Scheda Film

Jean-Claude Biette lasciò la Francia a ventitré anni, senza avvisare la famiglia, per sottrarsi al servizio militare. […] Quando divenne renitente alla leva nell’autunno del 1965 la guerra d’Algeria si era ormai conclusa, ma all’epoca il servizio militare obbligatorio durava ancora sedici mesi. […] Questo episodio fondante nella vita di Biette è in sostanza il tema de La partenza […]. Il giovane protagonista, ripreso durante una conversazione con un amico, è ‘in partenza’ da un luogo preciso: Parma e la sua provincia. […] Il ragazzo è interpretato da Giuseppe Bertolucci, il figlio del poeta e organizzatore del cineclub parmense Attilio Bertolucci, amico di Pier Paolo Pasolini, con il quale Biette instaurò un legame professionale fungendo a tratti da insegnante di francese, assistente e creatore dei sottotitoli per alcuni film. […] All’Algeria della ‘missione pacificatrice’ coloniale […] si sostituisce qui la Tunisia socialista di Bourguiba, dove un giovane professore in rotta con la società desidera recarsi per insegnare ai bambini. La partenza è uno dei quattro cortometraggi italiani di Jean-Claude Biette. […] Si inserisce in una trilogia di ritratti girati tutti nel 1968: Attilio Bertolucci e Sandro Penna sono dedicati a due grandi poeti italiani. La partenza, in questa prospettiva, è al contempo il ritratto del figlio del primo e il ritratto implicito (celato nella fenomenologia di una fuga) di un figliol prodigo animato da sentimenti nobili, nonché di un poeta della vita.

Hervé Joubert-Laurencin

Cast and Credits

F.: Giulio Albonico. Int.: Giuseppe Bertolucci, Gianluigi Calderone. DCP. D.: 12’. Bn

IL PIANTO DELLE ZITELLE

Scheda Film

Considerato il primo esempio di documentario antropologico in Italia e per alcuni anticipatore del linguaggio neorealista, racconta il pellegrinaggio che le genti di Ciociaria e d’Abruzzo compiono ogni anno al Santuario della Santissima Trinità a Vallepietra, sul monte Autore, la domenica dopo la Pentecoste. Culmine della festa il cosiddetto ‘pianto delle zitelle’, il canto delle giovani ragazze non maritate del paese. È il primo dei due soli film girati da Giacomo Pozzi-Bellini, raffinato intellettuale affermatosi nel secondo dopoguerra soprattutto come fotografo d’arte e di reportage, che all’inizio degli anni Trenta era stato assunto alla Cinescome assistente del direttore Ludovico Toeplitz collaborando alla scrittura di alcune sceneggiature con Mario Soldati e con Alberto Moravia. Nonostante un premio alla Mostra del cinema di Venezia del 1939, il film fu pesantemente tagliato dalla censura fascista e ridotto a meno della metà della durata originale per via dell’immagine eccessivamente arcaica e crudamente realistica che restituiva dell’Italia contadina (“un corto anticonformista in cui il folklore assunse un deciso valore polemico” secondo Roberto Nepoti), lontana dai canoni imposti dal regime. Pozzi-Bellini, oggi riscoperto grazie alle ricerche della studiosa Elisabetta Giovagnoni, riuscì a salvare il lavoro originale depositando il negativo alla Cinémathèque française grazie all’aiuto dell’amico Henri Langlois. Vent’anni dopo Gian Vittorio Baldi ritornerà sugli stessi luoghi girando un corto con lo stesso titolo.

Cast and Credits

Scen.: Emilio Cecchi. F.: Angelo Jannarelli. Mus.: Luigi Colacchi. Prod.: Lumen Veritas S.A. DCP. D.: 19’. Bn