PREM SANYAS
T. it.: Principe del Nirvana. T. ted.: Die Leuchte Asiens. T. int.: The Light of Asia. Sog.: dal poema The Light of Asia (1879) di Sir Edwin Arnold. Scen.: Niranjan Pal. F.: Josef Wirsching, Wilhelm Kiermeier. Scgf.: Charu Roy, Devika Rani. Int.: Sarada Ukil (re Suddhodana), Rani Bala (regina Maya), Himanshu Rai (principe Gautama), Profulla Roy (Devadatta), Jagit Mathur (re Dandapani), Seeta Devi (Gopa), Sunit Mitter (Asita), Sundar Rayam (Channa). Prod.: Himanshu Rai e Peter Ostermayr per Great Eastern Film Corporation, Münchner Lichtspielkunst AG (Emelka) 35mm. L.: 2183 m. D.: 95’ a 20 f/s. Col
Scheda Film
Mentre partecipava a un festival teatrale nella cittadina bavarese di Oberammergau, il giovane avvocato indiano Himanshu Rai ebbe un’ispirazione: realizzare cronache cinematografiche sulle religioni del mondo ambientate in India. Una differenza significativa tra Rai e il suo predecessore Dhundiraj Govind Phalke – che più di un decennio prima era rimasto affascinato da una raffigurazione religiosa simile (La Vie du Christ di Alice Guy, del 1906) e aveva realizzato il primo lungometraggio del cinema indiano, Raja Harishchandra (1913) – fu che Rai concepì il progetto come una coproduzione internazionale. Al festival aveva incontrato il regista Franz Osten, avviando con lui una collaborazione durata quindici anni che portò a importanti coproduzioni mute – Prem Sanyas, Shiraz (1928) e Prapancha Pash (1929) – e a sedici film sonori in hindi diretti da Osten negli anni Trenta per il pionieristico studio Bombay Talkies di Rai.
Prem Sanyas, il cui titolo può essere liberamente tradotto come ‘rinuncia all’amore’, fu distribuito con il più accattivante titolo The Light of Asia. Basato sull’omonimo poema epico pubblicato nel 1879 da Sir Edwin Arnold, poeta e giornalista inglese, l’adattamento cinematografico del drammaturgo Niranjan Pal narra la storia del principe Siddharta Gautama, che rinunciò ai piaceri del mondo per cercare la salvezza e nel VI secolo a.C. fondò il Buddhismo. Rai raffigura con eleganza il protagonista Gautama, accompagnato da una giovanissima attrice di talento, l’anglo-indiana Seeta Devi (nata Renée Smith), nel ruolo della principessa Gopa, e attorniato dai membri della Indian Players Company, una compagnia di attori dilettanti.
Girato in varie località dell’India coloniale dal grande fascino architettonico, come Bodh Gaya, dove Buddha raggiunse l’illuminazione, il film cerca di trovare un equilibrio tangibile tra esotismo orientaleggiante e fedele rappresentazione del pensiero filosofico, grazie alla fotografia di Josef Wirsching e Wilhelm Kiermeier e a elaborate didascalie. Oltre a essere una delle prime coproduzioni internazionali del cinema indiano, fu anche il primo film distribuito con successo all’estero, nonostante la tiepida accoglienza in patria.
Sreya Chatterjee