Lun
26/06
Cinema Jolly > 16:00
CONCERTO POUR UN EXIL / BUSHMAN
Ross Lipman (curatore del restauro) e Maxime Grember (Cinémathèque Afrique / Institut Français)
Info sullaProiezione
Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
CONCERTO POUR UN EXIL
Scheda Film
Esordio alla regia di Desiré Ecaré, che con Georges Keita, Timité Bassori e Henri Duparc ha il merito di aver aperto la via al cinema ivoriano. Concerto pour un exil costituisce il primo tassello della serie “castigare ridendo mores”, una sorta di commedia umana con cui il regista intendeva ritrarre con tratti ironici l’alienazione sociale e psicologica della gioventù africana nella Francia di fine anni Sessanta. Seguiranno questo intento anche i successivi À nous deux, France (1970) e Visages de femmes (1985) con cui arriverà la consacrazione della critica francese. Nato in un sobborgo di Abidjan e giunto a Parigi con una borsa di studio nel 1961, Ecaré si forma con la troupe Le Toucan di Jean Marie Serreau, con cui porta in scena, tra le altre, Una stagione nel Congo di Aimé Césaire e L’eccezione e la regola di Brecht. Si diploma nello stesso periodo all’IDHEC insieme a Henri Duparc (che interpreta una parte anche in Concerto pour un exil). Qui Ecaré gira a partire da un brogliaccio, improvvisando con maestranze e attori non professionisti. “Non volevo realizzare un film etnografico sull’esilio. Volevo parlare della mia generazione. Una generazione che resiste quotidianamente all’assimilazione culturale e che sa di non avere un futuro nel suo paese d’origine. Una generazione disillusa ma anche profondamente colta e coraggiosa”.
Cecilia Cenciarelli
Cast and Credits
M.: Desiré Ecaré. F.: Maurice Perrimond, Tristan Burgess, Toussaint Bruschini. Mus.: Gilles Dayvis, Pierre Cheriza. Int.: Hervé Denis (studente africano / sindacalista), Claudia Chazel (moglie dello studente), Henri Duparc (amico dello studente), Sokou Camara (ambasciatore), Bitty Moro (Yao, lo spazzino), Michael Lonsdale (attore teatrale). Prod.: Argos Films, Les Films de la Lagune. DCP. D.: 30’. Bn.
BUSHMAN
Scheda Film
Carrellata a seguire di un ragazzo che cammina di spalle lungo il ciglio di una strada leggermente in salita. Mani in tasca, avanza a piedi nudi con un paio di Converse in testa. I rumori d’ambiente e l’abbaiare fuori campo di un cane vengono inghiottiti dal suono delle percussioni e dei canti tribali. La macchina da presa stringe lentamente su di lui, che si volta facendo il gesto dell’autostop. Sul suo primissimo piano la colonna sonora fonde magnificamente armonie tribali, percussioni yoruba e il suono di un clavicembalo che esegue il Terreno in do minore di Henry Purcell. La musica qui introduce i due luoghi del racconto (Stati Uniti e Nigeria) le cui immagini – presente, ricordi, rievocazioni – si susseguiranno durante tutto il film delineando l’identità di Gabriel, il protagonista. Tutta la colonna sonora procede per contaminazioni: compositore e polistrumentista (come il più noto fratello Peter), David Schickele le affida il compito di sostenere e articolare, anche emotivamente, il discorso culturale e razziale.
“1968: Martin Luther King, Robert Kennedy, Bobby Hutton sono tra i morti recenti” – leggiamo in sovrimpressione seguendo nuovamente il ragazzo di spalle, e poi in montaggio parallelo due bambini in una foresta che portano delle giare in testa: “In Nigeria la guerra civile sta entrando nel secondo anno e non si intravede la fine”. Il fumo bianco delle fabbriche contro il cielo abbagliante del mattino lascia intravedere il profilo di San Francisco mentre il ragazzo trova finalmente chi gli dà un passaggio. Siamo appena al terzo minuto del film quando il dialogo tagliente con il biker – a metà tra Borom Sarret di Sembène e la parodia di Easy Rider – sovverte il tono del prologo.
Guardando al cinéma vérité, alle nouvelle vague europee, al primo Cassavetes, ma anche all’esperienza dei pionieri africani come Sembène, Ecaré, o Hondo, Schickele non condanna solo l’America reazionaria e razzista che incastrerà con un pretesto Gabriel, ma anche quella liberale degli intellettuali progressisti che citano McLuhan e Malraux ma inciampano nella retorica fraintendendo il senso profondo dell’esperienza umana. Con ironia, poesia e leggerezza, Bushman ci conduce nelle tenebre di un’odissea annunciata. E per giorni non si riesce a pensare ad altro.
Cecilia Cenciarelli
Cast and Credits
Scen.: David Schickele. F.: David Myers. M.: Jennifer Chinlund, David Schickele. Int.: Paul Eyam Nzie Okpokam (Bushman), Elaine Featherstone (Alma), Lothario Lotho (fratello di Alma), Ann Scofield (ragazza conosciuta al bar), Jack Nance (Felix), David Schickele (Mark), Donna Michelson (Diane), Patrick Gleeson (Marty). Prod.: The Bushman Company, The American Film Institute. DCP. D.: 73’. Bn.
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