PROSOPO ME PROSOPO

Roviros Manthoulis

Scen.: Roviros Manthoulis, Kostas Mourselas. F.: Stamatis Trypos. M.: Panos Papakyriakopoulos. Scgf.: Yannis Migadis. Mus.: Nikos Mamangakis. Int.: Costas Messaris (Dimitris Emmanouil), Eleni Stavropoulou (Varvara), Theano Ioannidou (la madre), Labros Kotsiris (il padre), Alexis Georgiou, Mary Gotsi (la cameriera), Simon Hinkly (fidanzato), Eftihia Partheniadou, Paris Pappis (l’armatore), Zozo Papadimitriou. Prod.: Roviros Manthoulis. DCP. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Benché osannato alla sua prima apparizione (vinse il premio per la migliore regia sia al festival di Salonicco che a quello di Atene nel 1966), Prosopo me prosopo è stato successivamente vietato nel suo paese. Lo stesso Manthoulis, costretto dalle autorità a lasciare la Grecia, vive oggi a Parigi […]. E anche se la satira politica di Prosopo me prosopo è velata o indiretta, il messaggio complessivo è abbastanza chiaro da rendere comprensibile l’impopolarità di Manthoulis presso i poteri forti. Ambientato nei tempi inquieti che precedettero il golpe dei colonnelli, il film mette il suo tormentato protagonista, un professore, ‘faccia a faccia’ con i meccanismi di un capitalismo borghese al suo massimo grado di onnivoro sfruttamento, incarnato qui da una famiglia ricca intenzionata a divorare l’insegnante privato della figlia. Il titolo del film suggerisce un confronto, e la satira di Manthoulis funziona non solo contrapponendo l’erudito candore del protagonista all’alternanza di raffinatezza e animalesco appetito dei suoi datori di lavoro, ma instaurando un insistente e ironico contrappunto tra la Grecia classica e la sua moderna controparte materialista. I membri della famiglia ricca sono visti come i nuovi barbari (il nome della figlia, Barbara, è un esplicito gioco di parole), la cui imminente presa del potere è suggerita dalla presentazione della loro casa come una sorta di labirintico quartier generale, dove le stanze comunicano tramite interfono e tutti i movimenti di ospiti e personale sono tracciati su una planimetria dell’abitazione.

Nigel Andrews, “Monthly Film Bulletin”, 1° gennaio 1972

Dimitris incarna un tipico uomo della classe operaia che nonostante la laurea vive quasi in povertà. Il suo ingresso nella casa di una ricca famiglia ateniese segna l’inizio del suo incontro con un nuovo codice morale e valoriale. Il nuovo codice si impone inizialmente sulle sue convinzioni piuttosto tradizionali a proposito di genere, sessualità, morale, intrattenimento, cultura materiale e rapporti familiari. Alla fine del film, tuttavia, Dimitris compie la sua personale rivoluzione e osa abbandonare un ambiente che si contrappone alla sua personalità e deprime la sua virilità. In questo modo diventa un simbolo del rifiuto della modernità e dello stile di vita delle classi superiori e allo stesso tempo un prototipo eroico della virilità proletaria.

 

Achilleas Hadjikyriacou, Masculinity and Gender in Greek Cinema 1949-1967, Bloomsbury, Londra 2015

 

Copia proveniente da

Per concessione di Robert Manthoulis Estate. Restaurato in 4K nel 2022 da Tainiothiki Tis Ellados presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata e Costas Varibopiotis Sound Studio, a partire dal negativo originale 35mm. Con il sostegno di “A Season of Classic Films”, un’iniziativa di ACE – Association des Cinémathèques Européennes, parte del programma Media di Europa Creativa, e con il supporto di Operational Programme Rop Attiki di NSRF 2014-2020