Gio
30/06
Cinema Arlecchino > 09:00
CRIME AND PUNISHMENT
Donald Sosin
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CRIME AND PUNISHMENT
Scheda Film
Josef von Sternberg realizzò, spesso controvoglia, begli adattamenti di ponderosi romanzi (Una tragedia americana da Dreiser era tra questi) senza mai essere adeguatamente elogiato per i tanti dettagli che questi film austeri conservavano delle rispettive fonti letterarie. Questo film di grande effetto e a tratti toccante ne è un esempio lampante, anche se il suo autore principale non è Sternberg ma Peter Lorre.
Come molti dei suoi colleghi espatriati, a Hollywood Peter Lorre rimase sotto contratto per qualche tempo senza però di fatto lavorare. Nel disperato bisogno di darsi da fare, decise di scrivere un trattamento del romanzo di Dostoevskij e lo propose alla Columbia. Alle prese con i debiti e con la necessità di spedire denaro ai suoi familiari rimasti in Europa, Lorre viveva una situazione quasi raskolnikoviana. Nella sua versione, l’ex studente di legge arrogante, povero e fragile (caratteristica sottolineata dalla corporatura esile di Lorre) è una figura nietzschiana per la quale l’omicidio è una forma di vendetta nei confronti di un mondo insensibile.
La precisa regia di Sternberg mostra un alto livello di flessibilità riguardo alle intenzioni di Lorre: niente set soffocanti, solo pareti nude e molte scale, poiché il film tratta invariabilmente di ascesa e discesa, in senso sociale e spirituale. I titoli del film annunciano Lorre come “celebre star europea” ma gli riservano il secondo posto (dopo Edward Arnold nei panni dell’ispettore Porfiry). Il suo Raskolnikov, simile a un vagabondo della Grande depressione, è spacciato fin dalla primissima inquadratura, dove ci viene mostrato mentre sta in coda con l’aria torva insieme a uomini altrettanto cupi. Qui le mani assassine di Lorre sono l’elemento centrale; quelle mani che avevano una vita criminale propria in Amore folle; le stesse che afferravano e maledicevano, e si alzavano davanti agli occhi di Lorre nella sua ultima scena in M, disvelando un tormento deformante.
Sternberg usa intensi primi piani del volto sudatissimo di Lorre (che nella vita reale aveva già iniziato a drogarsi) per mostrare la sua ulteriore deriva verso l’instabilità mentale. Ma diversamente da altri adattamenti, il regista non è molto interessato ai dilemmi morali che sono al centro dell’opera di Dostoevskij. Sternberg è uomo di superfici, gli interessa l’aspetto esteriore del mondo, e non scava mai nella visione delirante di Raskolnikov. Di conseguenza il film confuse e fece infuriare i recensori. Oggi quel freno è diventato la principale forza del film.
Ehsan Khoshbakht
Cast and Credits
Sog.: dal romanzo omonimo (1866) di Fëdor M. Dostoevskij. Scen.: S.K. Lauren, Joseph Anthony. F.: Lucien Ballard. M.: Richard Cahoon. Scgf.: Stephen Goosson. Int.: Peter Lorre (Roderick Raskolnikov), Edward Arnold (ispettore Porfiry), Marian Marsh (Sonya), Tala Birell (Antonia ‘Toni’ Raskolnikov), Elisabeth Risdon (la signora Raskolnikov), Robert Allen (Dmitri), Douglass Dumbrille (Grilov), Gene Lockhart (Lushin). Prod.: B.P. Schulberg per Columbia Pictures Corp. – 35mm. D.: 88’. Bn.
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