L’EDEN DE LA CIOTAT

Alain Bergala

Int.: Jean-Pierre e Luc Dardenne, Jean-Louis Tixier, Florence Basilio. F.: Aurélien Py. M.: Sandrine Deegen. Mus.: Béatrice Thiriet. Prod.: Olga Prud’homme-Farges per Kolam Productions – DCP. D.: 53’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Dare libero sfogo alla creatività, in cinquanta minuti: è questa la forza della serie di documentari Cinémas mythiques. Questo episodio dà carta bianca al critico Alain Bergala per la rievocazione dell’originale cinema Éden de La Ciotat. Aperta come teatro nel 1889, la più antica sala cinematografica in attività al mondo ospita già nel 1899 una prima proiezione a pagamento, composta da diciannove “vedute” Lumière. Minacciato di chiusura negli anni Ottanta del secolo scorso, il cinema è stato riaperto nel 2013 dopo un intervento di restauro. Durante alcuni giorni dell’ottobre 2021, questo radioso documentario accompagna Jean-Pierre e Luc Dardenne in una passeggiata tra il Teatro Éden, il cantiere navale e il Palais Lumière costruito da Antoine Lumière, padre di Auguste e Louis. Senza dimenticare la leggendaria stazione di L’Arrivée d’un train en gare de La Ciotat.
Il momento culminante del film vede i fratelli Dardenne commentare, con lo sguardo pieno di meraviglia, alcuni estratti di Baignade en mer (1895) e di Ateliers de La Ciotat (1896). Segue un pertinente accostamento con la loro filmografia, arte del movimento (la circolazione ininterrotta di Il ragazzo con la bicicletta, 2011) e del lavoro (la stalla di L’età giovane, 2019). Maliziosamente, Bergala aggiunge un tocco di riflessività: un campo lungo della sala, girato dalla galleria, che mostra l’intervista in corso, attrezzature comprese. Questa osservazione meticolosa, alla maniera dei pionieri del cinema, pervade tutto il documentario, al punto che qualsiasi inserto ci appare come una “veduta” Lumière.

 Nicolas Didier, “Telerama”, n. 3769, aprile 2022

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