NOSFERATU – EINE SYMPHONIE DES GRAUENS
Sog.: da un’idea di Albin Grau e dal romanzo Dracula (1897) di Bram Stoker. Scen.: Henrik Galeen. F.: Fritz Arno Wagner. M.: Friedrich W. Murnau. Scgf.: Albin Grau. Int.: Max Schreck (conte Orlok/Nosferatu), Greta Schröder (Ellen Hutter), Gustav von Wangenheim (Hutter), Ruth Landshoff (Ruth), Alexander Granach (Knock), Georg Heinrich Schnell (Harding), John Gottowt (professor Bulwer), Gustav Botz (professor Sievers), Max Nemetz (capitano della nave), John Gottowt (Bulwer), Wolfgang Heinz (Maat). Prod.: Enrico Diekmann, Albin Grau per Prana-Film. DCP. Col. (da una copia imbibita / from a tinted print).
Scheda Film
Il clima romantico di Nosferatu, che rende visibile le forze invisibili e oscure della natura grazie a immagini derivate da Friedrich, è in realtà un’illustrazione fedele allo spirito del Dracula di Bram Stoker. Perché Murnau scelse di girare a Lubecca molte scene del film? Forse influì su di lui la visione inquietante che Edvard Munch trasse dalle facciate di un vecchio negozio di questa città. Munch lavorò a Lubecca fra il 1902 e il 1903.
Quello che è certo è che Murnau progettò il film in una dimensione pittorica. […] Potrà sembrare un po’ esagerato che Murnau abbia fatto ricorso a dei dipinti del suo amico Franz Marc come Weidende Pferde, del 1910, all’epoca conservato nella Lenbach Haus di Monaco, per girare una semplice inquadratura di cavalli in controluce spaventati dalle iene. Ma credo che Murnau abbia desunto un’altra immagine da Marc: le figure dei lupi che ululano nell’oscurità della notte come in Die Wölfe (Balkan Krieg), del 1913. In seguito Murnau sostituì i lupi con delle iene, ma utilizzò le immagini dei cavalli dipinti dal suo amico come risulta chiaramente paragonando l’insolita inquadratura del film con Landschaft mit Pferden, del 1909. Credo che abbia cambiato i lupi in iene per l’influenza di disegni di Alfred Kubin come Hyäne, del 1920, che ci mostra la iena come una sorta di vampiro che divora i cadaveri umani nei cimiteri. Un’immagine più impressionante di quella di un lupo. […] Ma l’influenza plastica più significativa che determinò il carattere del film fu quella di Caspar David Friedrich (1774-1840). Fu senza dubbio un’idea di Murnau quella di basarsi sull’opera di Friedrich per poter visualizzare la concezione di Grau e Galeen sulle forze occulte della Natura. […] Grazie all’opera di questi pittori romantici, Murnau raggiunse un risultato insolito nel cinema. Rendere visibile l’invisibile. Imporre all’inconscio dello spettatore la presenza delle potenze oscure della Natura.
Luciano Berriatúa, Los proverbios chinos de F.W. Murnau. Etapa alemana, Filmoteca Española, Madrid 1990