Gio
22/07
Cinema Jolly > 16:30
1921: Avanguardie, cinegiornali e DIE HINTERTREPPE
Accompagnamento alla batteria di Frank Bockius (cortometraggi)
Accompagnamento al piano di Stephen Horne (Die Hintertreppe)
Avanguardia, animazione e ancora corti
Con il 1921 il cinema dell’avanguardia classica entra per la prima volta nella rassegna Cento anni fa. Negli ambienti cinematografici il termine ‘avanguardia’ fu probabilmente usato per la prima volta negli anni Venti del secolo scorso in Francia, Germania e altri paesi dell’Europa occidentale per designare film e registi che si allontanavano dal cinema commerciale. Quando parliamo, oggi, di avanguardia cinematografica, ci riferiamo agli anni Venti come al periodo classico. Tra i film del 1921 figurano già alcuni dei protagonisti più celebri del movimento, come Ruttmann e Richter. Entrambi saranno tra i maggiori esponenti del cinema d’avanguardia e sperimentale negli anni successivi. Un’altra opera pionieristica del 1921 è il cortometraggio documentario Manhatta di Charles Sheeler e Paul Strand, considerato da molti studiosi il primo film dell’avanguardia cinematografica americana. Può anche essere visto come un precursore dei celebri ritratti di città (come L’uomo con la macchina da presa di Dziga Vertov) che faranno la loro comparsa sotto forma di lungometraggi sperimentali alla fine degli anni Venti.
Accanto ai film di questo nuovo genere mostreremo ‘i soliti noti’ della sezione, come un diario di viaggio dal Nord Africa e un film coloniale dal Congo. Entrambi dimostrano l’incapacità della maggior parte dei registi di avvicinarsi a una cultura straniera in maniera appropriata, pur offrendo splendide riprese cinematografiche di paesaggi africani, importante raison d’être di questo genere. A Movie Trip Through Filmland e Les Coulisses du cinéma si concentrano sul mondo del cinema: il primo ritrae la produzione di materiale cinematografico negli stabilimenti Kodak di Rochester e il secondo indaga la vita delle star hollywoodiane.
Karl Wratschko
Cinegiornali
Il cinema è celebre per la sua ineguagliabile capacità di catturare la realtà. Tuttavia i documenti visivi di per sé non sono sufficienti per raccontare gli eventi storici. I cinegiornali non raccontano una storia, o la Storia: sono più simili a indizi, parole chiave, che alludono a ciò che è accaduto. Invece di ripetere qui i titoli dei film riportati di seguito, preferiamo ricordare il nome di Fridtjof Nansen (1861-1930), che nel 1921 era alto commissario per il rimpatrio dei prigionieri di guerra, per i rifugiati e per il soccorso in Russia. Nansen progettò e attuò la risposta internazionale alle terribili sofferenze umane di quegli anni e gettò le basi dell’assistenza umanitaria.
Mariann Lewinsky e Karl Wratschko
A seguire
DIE HINTERTREPPE (Germania/1921)
Info sullaProiezione
Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
DIE HINTERTREPPE
Scheda Film
Diventando produttrice di sé stessa nel 1921, la popolare star del cinema tedesco Henny Porten avviò un progetto ambizioso e ingaggiò tre collaboratori essenziali: Leopold Jessner, noto regista del teatro espressionista di Berlino, lo sceneggiatore Carl Mayer e lo scenografo Paul Leni. Come colleghi attori scelse Fritz Kortner, stella del Teatro nazionale di Berlino di Jessner, e il bel Wilhelm Dieterle dell’ensemble di Max Reinhardt.
Il risultato, Die Hintertreppe, fu un successo a livello artistico (ma un insuccesso al botteghino). Un recensore anonimo di “Das Tage-Buch” scrisse: “Jessner ha fatto per Henny Porten più di qualsiasi altro regista prima di lui. […] Tutta la routine è spazzata via, ogni movimento è vissuto e quindi vivo”. E Alfred Kerr, il temuto critico teatrale che non scriveva quasi mai di cinema, lodò il film definendolo “splendidamente sommesso”; Herbert Ihering lo definì “magistrale” e Kurt Pinthus “il film più umano mai visto al cinema”.
Come riuscì a funzionare così bene un assortimento di artisti dai profili così diversi? La critica coeva si divise: si trattava di un dramma naturalistico o espressionistico? Se lo sono poi chiesti anche gli storici del cinema. Le scenografie di Paul Leni – il seminterrato in cui vive il postino, la scala sul retro che conduce come ingresso della servitù alla cucina dell’appartamento borghese, e il cortile nel mezzo – rivelano un approccio naturalistico. Ma l’illuminazione, che accentua e dissolve la geometria dell’edificio, risveglia inquietudini espressioniste.
Lo stesso vale per l’incarnazione di Kortner del timido postino gobbo, che nella sua disperata infatuazione, di fronte alla concorrenza del corpulento fidanzato, ricorre a crudeli espedienti. Nella sua caratterizzazione c’è sempre un nocciolo di realtà, ma esasperato dalla recitazione rallentata e dai gesti espressivi stilizzati. La macchina da presa ci fa percepire questo mondo così come appare ai suoi abitanti, in tutta la sua disperazione. Tuttavia l’intensificazione stilistica crea una distanza che mette in discussione questa prospettiva.
Martin Girod
Leggi la recensione su Cinefilia Ritrovata
Cast and Credits
Scen.: Carl Mayer. F.: Karl Hasselmann, Willy Hameister. Scgf.: Karl Görge, Paul Leni, Alfred Junge. Int.: Henny Porten (la domestica), Fritz Kortner (il postino), Wilhelm Dieterle (l’amante). Prod.: Henny Porten-Film GmbH. 35mm. L.: 1109 m. 18 f/s. Bn.
OPUS II
DREAM OF A RAREBIT FIEND. THE PET
Didascalie inglesi
LICHTSPIEL OPUS 1
L’ESPAGNE AU MAROC LE MONT GURUGU VU DE LA MARICHICA
RETRAITE DE L’ARTILLERIE TURQUE APRÈS LA VICTOIRE GRÈCQUE À KÜTAHYA
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FAMINE EN RUSSIE (SAMARA)
MESSTER-WOCHE 1921
Didascalie tedesche
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